Il punto sui progetti in campo per lo stadio di Brescia
Una vicenda infinita che tiene banco da anni e continuerà a farlo ancora per diverso tempo. Parliamo dello stadio di Brescia, al centro venerdì sera della puntata di Messi a fuoco, in onda su Teletutto.
In campo c'è la cordata degli australiani, che pensano a un progetto in grande da oltre cento milioni di euro, dall'altro l'urgenza di adeguare il terreno per la serie A. La domanda, in ogni caso, viene spontanea: perché John Caniglia e soci hanno pensato proprio a Brescia?
Caniglia, esponente principale della cordata Centrum Stadia, spiega la scelta con i numerosi turisti che arrivano in zona, in un'area compresa tra lago di Garda e Milano, e con le infrastrutture che rendono la città facilmente raggiungibile.
«Noi non stiamo facendo uno stadio per Brescia, stiamo facendo un progetto per la città», ha spiegato Caniglia, ricordando come attorno allo stadio dovrebbero sorgere un centro congressi, un teatro, una palestra, un albergo. Insomma, strutture che dovrebbero garantire un’attrattività, e quindi una sostenibilità economica, al di là delle partite di calcio.
«Non è più tempo di fare gli stadi che aprono le porte ogni due settimane», ha aggiunto, ricordando come tra i punti del progetto vi siano anche i concerti. Proprio per questo gli australiani guardano al colosso della musica Live Nation.
Nella partita si inseriscono, o viceversa, le necessità dettate dal massimo campionato, dopo la promozione del Brescia, con un bando per il rinnovo della concessione subordinato all'esecuzione di una serie di interventi, pubblicato dal comune di Brescia, con scadenza 20 maggio. Il Brescia Calcio parteciperà oppure no?
«Io sono convinto che il bando non andrà deserto», dice il sindaco Emilio Del Bono. Anche se in realtà il presidente del Brescia Massimo Cellino ha in mente una riqualificazione da 4 milioni di euro per uno stadio da 19.500 posti, realizzabile, secondo l’architetto Jaime Manca, in tre mesi. Un intervento che comprenderebbe l'ampiamento della Curva Nord con i tubolari, una nuova Curva Sud sempre in tubolari e una serie di lavori tra Tribuna e Gradinata bassa, oltre a videosorveglianza, sala Var e spazi per giornalisti e televisioni.
Una soluzione va trovata al più presto, come ripetono gli abitanti del quartiere. «Di certo il Comune sarà semplicemente un agevolatore - ha concluso Del Bono -, perché gli stadi sono sempre più legati a un’impresa». Come a dire: da parte della Loggia non sono previsti interventi economici in materia.
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