«Il drone di Campiglio non poteva volare»
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«Il pilota del drone ha ripreso dall’alto lo slalom di Campiglio in maniera illegale. Non aveva le autorizzazioni per stare sopra la pista, poiché non aveva ottenuto dall’Enac il permesso a sorvolare una zona non compresa nel regolamento generale».
Il bresciano Giovanni Capretti, pilota e operatore autorizzato di droni, titolare di Brixia Drone, ha le idee chiare sul fattaccio che ha sconvolto la seconda manche dello slalom della 3Tre a Madonna di Campiglio. Sul Canalone Miramonti, mentre stava scendendo il campione austriaco Marcel Hirscher, il drone si è schiantato sulla pista, frantumandosi a pochissima distanza dallo sciatore.
«Il pilota - spiega Capretti - era autorizzato solo per le operazioni non critiche, che non contemplano la ripresa di una gara sportiva, in notturna, con migliaia di persone a bordo pista. In assenza del permesso dell’Enac, il drone non andava assolutamente utilizzato. Da anni, per esempio, Sky chiede l’autorizzazione ad utilizzare i droni per riprendere le partite di calcio, ma sistematicamente l’Enac non la concede».
Quello utilizzato a Campiglio pesa tra i 10 e i 15 chili, pertanto «se avesse colpito Hirscher - continua Capretti - le conseguenze sarebbero state serie».
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