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IL COMMENTO di Cristiano Tognoli

I biancoazzurri con Jonathas riescono a pareggiare il primo gol dei veneti, ma non il secondo.
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Partite così sono come il dente del giudizio. Un male inevitabile, che può comunque segnare una crescita. Certo ne faresti volentieri a meno, ma prima o poi in un campionato arriva anche il momento della prima sconfitta.
E ieri per il Brescia è stato così. Un risultato che è il trionfo dell'individualità contro il gioco corale. Cutolo con due prodezze (la seconda favorita da una difesa biancoazzurra in bambola) cancella il gran bel calcio che i ragazzi terribili di Scienza ancora una volta erano riusciti a sciorinare.

A tratti la superiorità delle rondinelle è stata persino imbarazzante, con l'Euganeo ammutolito nel vedere un Padova che, anziché sprigionare tutto il suo potenziale, giocava da provinciale, rannicchiata all'indietro pronta ad affacciarsi nella metà campo delle rondinelle solo sfruttando il contropiede.
È mancato un po' di cinismo, un pizzico di cattiveria e forse anche di fortuna (sulla traversa di De Maio), ma per la prima volta sono venuti anche al pettine i nodi di una rosa con poche alternative visto che il Brescia ha chiuso con Maccan e Ramos (due che il 31 agosto alle 18.55 non rientravano nei piani) in coppia d'attacco.
Il gioco, dopo la grigia parentesi con il Gubbio, torna ad essere la ripetizione senza fine di un comando che Beppe Scienza aziona dalla panchina.

Il tecnico tiene in mano la squadra come fosse un joystick e il videogame funziona che è una meraviglia nei primi 30'. La ragnatela viene creata già partendo dai difensori.
Il Padova è in difficoltà e i suoi tifosi sembrano annichiliti. Ma il problema è che i biancoazzurri giocano bene ma non riescono a tirare in porta dopo il tentativo (debole) di Zambelli dopo soli 30” che chiude un break centrale di Antonio.
I padroni di casa si fermano a un tiro dello specialista Marcolini (12'). Cutolo è il più pericoloso: tiro sporco (22') bloccato da Arcari, tiro-cross alto e la rete del 31': una gran giocata, tiro dal limite e sfera nell'angolino.

Anche questa volta, come con Nocerina, Modena e Gubbio, il pareggio arrivava immediato. Per la quinta volta dall'inizio della stagione c'è un recupero. Passano solo sei minuti e Jonathas, dopo aver rubato palla a Portin, s'invola in area e insacca in diagonale.  Al 40' Arcari fa un miracolo ribattendo su Cacia presentatosi a tu per tu davanti a lui.

L'inizio ripresa è confortante. C'è tanto Brescia.  Subito un tiro di Budel respinto dal portiere, una traversa di De Maio (deviazione di testa su punizione di El Kaddouri). E ancora bel calcio, un palleggio da stropicciarsi gli occhi.  Un salvataggio sulla linea di Budel (15') è però un campanello d'allarme. Che diventa assordante al 26' quando a Cutolo viene lasciato fare un po' tutto e troppo facilmente. Lui è bravo, ne scarta tre, quattro, con i difensori biancoazzurri però complici nel non riuscire a buttarlo giù.
Un'altra giocata individuale. E stavolta è quella decisiva. Il Brescia si sgonfia pian piano, in panchina mancano le energie necessarie. Anche se è proprio il bomber di scorta Ramos ad avere la palla del 2-2 nel finale: sbatte contro Perin.

Al Brescia restano gli applausi, il gioco, la personalità e il possesso palla. Il Padova si prende i punti. Al Brescia resta l'amaro (e il dolore con quel dente fastidioso) in bocca.
Cristiano Tognoli

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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