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Il calcio esiste ancora? Sì, in Bielorussia, Nicaragua e Burundi

In Bielorussia allo stadio spuntano pure le cheerleaders e i diritti televisivi per il campionato stanno andando a ruba
In Bielorussia le squadre si allenano e giocano regolarmente
In Bielorussia le squadre si allenano e giocano regolarmente
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Mentre negli altri Paesi si discute di tagli salariali ai calciatori e se e quando ricominciare a giocare, in Bielorussia prosegue la Visshaya Liga, ossia la massima serie di uno dei pochi paesi (gli altri sono Nicaragua, Burundi e ora anche Tagikistan) nei quali ancora si gioca. In questo caso specifico anche a porte aperte, e dal turno che si sta svolgendo in questo fine settimana, anche con una novità, nonostante la pandemia: in campo, a spronare i non troppi tifosi presenti sugli spalti, sono comparse le cheerleaders.

È successo prima e durante il match tra Dinamo Minsk e Torpedo BelAz, finito 2-0, dove le ragazze in biancoblù si sono esibite assieme alla mascotte del team della capitale.

Sugli spalti, distanziati fra di loro e quasi tutti con la mascherina, c’era un migliaio di spettatori, e non di più, perché i vari gruppi ultrà, compresi quelli della Dinamo, hanno deciso di boicottare il campionato. Infatti sono contrari al fatto che si giochi, nonostante finora in Bielorussia il Coronavirus abbia provocato solo cinque morti.

Ma più che quella di gruppi del tifo organizzato conta la volontà del presidente Aleksandr Lukashnenko, sceso in campo nei giorni scorsi nell’hockey ghiaccio (altro sport che non ha interrotto l’attività), e poi a far continuare il campionato bielorusso ora c’è un altro fattore: dieci paesi, secondo quanto ha annunciato il portavoce della federcalcio locale, Aleksander Aleinik, hanno acquistato i diritti televisivi del torneo, per trasmetterlo nei rispettivi Paesi. Nell’elenco ci sono emittenti di Russia, Ucraina, India, Israele e altri, ha rivelato la stessa fonte.

«E per questo continuano a mandarci in campo - ha commentato il brasiliano Danilo Campos, centrocampista della Dinamo Minsk -. Ogni settimana si dice che il torneo verrà interrotto, poi viene sempre fuori qualcosa, o una scusa, e ci fanno giocare. Ora hanno tirato fuori la storia dei diritti televisivi. È vero che prima e dopo ogni partita ci misurano la temperatura, ci riempiono di gel e alcol e a casa ci costringono a mangiare alimenti sani, ma molti di noi hanno ugualmente paura».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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