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Il Bienno trionfa nella Coppa Lombardia e va in Promozione

I camuni battono il Cantù e salgono di categoria
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Per il Bienno la Coppa Lombardia di Prima fa rima con Promozione. Nella finale di Trezzo con il Cantù San Paolo i rossoneri non steccano e con un 2-0 nitido, all’inglese, fanno loro il trofeo e il salto di categoria.

Un trionfo, quello dei rossoneri, guidati da un Alessandro Filippi stellare, autore del primo gol e poi bravo a guadagnarsi il rigore da lui stesso trasformato nella ripresa. I camuni vincendo sempre fuori casa riportano in provincia una Coppa Lombardia che mancava da sei anni (nel 2011 ad imporsi a Sarnico fu il Folzano) e questo è l’alloro del destino per Berlinghieri. Fu lui, dieci anni fa, a portare il Vallecamonica in Eccellenza vincendo la Coppa di Promozione. Ora s’è ripetuto una categoria sotto, al primo anno con i rossoneri. Un centrocampo guidato perfettamente da Dalla Costa e animato da Ghiroldi, le volate offensive del già citato Filippi e una difesa pressoché impenetrabile: queste le chiavi del successo dei camuni, che prima hanno schiacciato l’avversario con il gioco e poi l’hanno arginato vincendo il match anche agonisticamente.

Bienno in Promozione

Prova ne è che i comaschi sono stati insidiosi solo su palla da fermo, mentre i camuni hanno macinato azioni fin dall’inizio. Un tentativo di Filippi (2’) e un rigore reclamato da Pedersoli (17’) non rendono onore al dominio del Bienno, che sfonda al 27’: Pedersoli riceve dalla mancina, controlla e calcia, Gandola devia e Filippi è il più lesto per il tap-in. Nella ripresa i comaschi provano a fare la gara, ma le chance migliori sono dei camuni. Al 4’ Gandola si esalta sull’incornata di Dalla Costa e al 12’ il Bienno chiude il match: ripartenza avviata da Bondioni e rifinita da Ghiroldi, che vede l’inserimento di Filippi, steso da Pozzoli; rigore ineccepibile, che lo stesso Filippi trasforma spiazzando il portiere. Poi pochi rischi, alcuni contropiedi sprecati e la grande festa insieme ai chiassosi tifosi biennesi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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