I bresciani verso Tokyo: Giovanni De Gennaro
È stato il primo atleta olimpico bresciano a mettere piede a Tokyo. Giovanni De Gennaro è arrivato in Giappone mercoledì 7 luglio, dopo aver trascorso una settimana di allenamento a Praga ed essere passato velocemente da Roncadelle per sottoporsi ai tamponi obbligatori pre-partenza. «Fino al 18 - racconta lo slalomista dei Carabinieri - vivremo in un hotel al di fuori del villaggio, perché non ci è consentito ancora entrare nella palazzina della missione italiana. Per fortuna l’albergo è vicino al canale, perciò i tempi di trasporto sono brevi».
I canoisti hanno potuto recarsi in anticipo nel Paese del Sol evante proprio per prendere confidenza con il canale. «Il nostro è uno sport di adattamento, nel quale abbiamo bisogno di spendere ore sul tracciato di gara, per questa ragione ci alleneremo tutti i giorni fino alla cerimonia di apertura, alla quale spero di esserci, considerato che all’indomani non avrò la gara».
Il torneo del K1 maschile comincerà infatti mercoledì 28 con le qualificazioni, mentre semifinali e finali sono in calendario due giorni più tardi, sempre nel primo pomeriggio giapponese, quindi all’alba italiana.
Sarà un’edizione dei Giochi unica, durante la quale gli atleti saranno sottoposti quotidianamente a test rapidi e non potranno uscire dalla bolla. «Va benissimo così, l’importante è che le Olimpiadi si facciano. Noi atleti abbiamo bisogno di gareggiare dopo un anno di ritardo, pertanto sono disposto a fare tutto pur di chiudere questo ciclo, anche digerire un canale che non si addice tanto alle mie caratteristiche».
Quello di Tokyo è infatti un percorso artificiale con una bassa portata d’acqua: «Non è un canale di volume, ma nei due test event effettuati in passato sono arrivato secondo e quarto, quindi mi sono saputo adattare».
Già presente cinque anni fa a Rio, il De Gennaro giapponese è molto più consapevole di quello brasiliano: «Dal 2016 sono cresciuto molto e ho cercato di eliminare i miei punti deboli. Ormai da quattro anni Daniele Molmenti, il dt della Nazionale, è anche il mio allenatore personale, con lui ho lavorato su tecnica e tattica. Adesso mi sento un canoista più completo».
Proprio per questa ragione De Gennaro non nasconde i suoi propositi: «Sono franco, il mio obiettivo è salire sul podio e mettermi al collo la medaglia. Non importa di quale metallo, ciò che conta è essere tra i primi tre. Voglio fare meglio del settimo posto di Rio, un piazzamento che nel 2016 mi andò bene ma che ora mi starebbe stretto. Intendo dare il massimo così da poter tornare a casa felice».
Gli avversari più difficili sono i soliti, ossia i rivali che De Gennaro ha saputo già battere in Coppa del mondo: «Anche nella canoa, come in molti altri sport, i partecipanti alle Olimpiadi sono limitati, perciò il numero degli avversari è ridotto rispetto ad altre competizioni. Un esempio: nessuno dei quattro slalomisti laureatisi campioni europei a Ivrea in maggio sarà a Tokyo. Sulla carta il ceco Prskavec è il favorito per l’oro, gli altri sono tutti sullo stesso piano.
La difficoltà sarà reggere la lunga attesa, perché ci alleneremo fino al 24, poi staremo fermi dal 25 al 27 poiché gareggeranno le donne». Smaltite le fatiche non ci sarà tempo per fare altro: occorrerà liberare la stanza entro due giorni dal termine delle gare: «Tornerò in Italia il 1° agosto, con l’auspicio di un bagaglio più pesante rispetto all’andata».
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