I bresciani verso Tokyo: Andrea Cassarà
Il veterano della spedizione bresciana in terra nipponica è Andrea Cassarà. Il fiorettista di Corte Franca disputerà a Tokyo la sua quinta esperienza olimpica, divenendo così in solitaria (in precedenza condivideva il record col judoka Ezio Gamba - presente dal 1976 al 1988 - e la velista Giulia Conti, al via dal 2004 al 2016) il bresciano con più partecipazioni a cinque cerchi.
Era un ventenne pieno di speranza il Cassarà che ad Atene 2004 si rivestì d’oro e di bronzo, era un campione già affermato quello che duellò a Pechino, Londra e Rio. Oggi è un uomo maturo, ma ancora voglioso di sacrificarsi e di sgobbare, il Cassarà che a 37 anni è atterrato all’aeroporto di Haneda. Per lui una settimana di allenamento in un campus universitario fuori dalla Capitale giapponese e poi l’approdo nel villaggio.
L’esordio nel torneo individuale avverrà il 26 luglio, perciò ci sarà il tempo di partecipare alla cerimonia d’apertura («Non mancherò»). A Tokyo Cassarà si presenta da numero 6 del ranking mondiale del fioretto, pertanto almeno ai primi turni il suo tabellone non dovrebbe essere complicato.
«Mi attendo Giochi particolari, caratterizzati da una lunga attesa che ha sconvolto un po’ le carte in tavola. L’anno in più potrà farsi sentire. Dispiace tantissimo che non ci saranno tifosi ad applaudirci, ma l’importante è che si gareggi in sicurezza». L’assenza di pubblico è uno stimolo in più a rituffarsi in un nuovo triennio olimpico.
«Non posso certo abbandonare così nell’anonimato. Mi piacerebbe andare avanti e qualificarmi anche per i Giochi del 2024. A Parigi, alla tonda età di 40 anni, potrò davvero smettere, sereno e felice e mi auguro, anche, con tanta gente in tribuna».
Intanto Cassarà ha già fatto le prove per il suo futuro, allenando i più piccoli e organizzando competizioni con SchermaBrescia. «Il fioretto è il mio mondo, quindi non lo abbandonerò quando deciderò di smettere con l’agonismo. Trasmettere ai giovani la mia esperienza è molto stimolante, così come allestire competizioni per consentire ai più piccoli di esprimersi magari per la prima volta».
«Arrivato a questo punto della mia carriera non posso più nascondermi o fare pretattica. Voglio una medaglia, senza la quale tornerei a casa insoddisfatto. Che ciò avvenga nell’individuale o nel torneo a squadre non fa differenza». Conti alla mano l’Italia potrebbe anche puntare a monopolizzare il podio del fioretto: «Ci presentiamo con Foconi numero uno del ranking e Garozzo campione uscente. Oltre ai miei due compagni penso che i rivali più agguerriti siano gli americani».
Ovviamente gli azzurri saranno poi i favoriti nel torneo a squadre: «Negli ultimi nove anni, da Londra 2012 in poi con l’unica eccezione di Rio 2016, abbiamo vinto tutto quello che potevamo vincere, dimostrando di essere nettamente i più forti. Nella prova per nazioni, essendoci meno assalti in programma, sulla carta sarà più facile arrivare a giocarsi le medaglie, ma le Olimpiadi sono una gara particolare, pertanto occorrerà stare all’erta».
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