I bresciani a Tokyo: Anna Danesi
L’unica bresciana che in terra nipponica sarà impegnata in uno sport di squadra è Anna Danesi, centrale della Nazionale femminile di volley. La ventiquattrenne di Roncadelle vivrà in Giappone la sua seconda esperienza a cinque cerchi. «Rispetto a Rio è completamente diverso sia a livello personale sia di squadra. Cinque anni fa ero ancora una ragazzina. L’unica esperienza l’avevo fatta col Club Italia. Adesso arrivo da un triennio a Conegliano e da un biennio a Monza, durante il quale mi sono potuta cimentare sempre ad alto livello. Anche l’Italia arriva a Tokyo più consapevole dei propri mezzi in confronto alla fallimentare trasferta brasiliana, quando fummo eliminate al primo turno».
Rispetto alla rosa del 2016, oltre alla Danesi sono state confermate in cinque: Orru, Sylla, Egonu, Chirichella e De Gennaro: «La metà siamo esperte, l’altra metà sono le nuove arrivate. In molti una volta lette le convocazioni hanno commentato la presenza di quattro centrali. Io non dico niente, sono solo contenta di far parte delle dodici e penserò a divertirmi giocando».
Fatto sta che il ct Mazzanti ha rischiato, portando un laterale in meno, quindi in banda avrà un solo cambio, mentre potrà contare su quattro pedine cui far fare esclusivamente la rotazione in prima linea. Il torneo olimpico sotto rete si annuncia molto avvincente. «Abbiamo un girone tosto, perché dovremo affrontare anche Turchia, Stati Uniti e Cina. Passano al secondo turno le prime quattro, le quali poi saranno incrociate con le qualificate dell’altro gruppo per disegnare il tabellone a eliminazione diretta».
Come gli azzurri del calcio hanno trionfato in Europa mostrando un bel gioco, così anche le pallavoliste vogliono avanzare nel torneo sfoderando un bel volley: «Faremo di tutto per emulare l’esempio dei calciatori, anche se sarà difficile avere lo stesso seguito in termini di gente davanti alla tv». Intanto il fatto che i Giochi saranno blindati non inficerà la prestazione tecnica: «Siamo abituate purtroppo a giocare in palazzetti vuoti, quindi l’assenza della gente non influirà. Piuttosto dovremo abituarci ai rigidi controlli, ai tamponi continui e alle lunghe attese all’aeroporto».
Quando le si chiede cosa si aspetta dal torneo olimpico Anna risponde secca: «Tornare a casa il più tardi possibile, magari arrivando a giocare una partita anche l’8 di agosto». Dopo i Giochi avrà ancora un anno di contratto con Monza: «Sono negli anni più belli della carriera, quelli in cui si cresce di più. Non saprei ancora dire cosa farò in seguito». Meglio pensare più a breve: «Mi piacerebbe partecipare alla cerimonia d’apertura. Il fatto che non giocheremo all’indomani potrebbe renderlo possibile».
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