Gli sgravi fiscali sfruttati dal Brescia per Mario Balotelli
Volontà del giocatore e coraggio della società sono certamente stati gli elementi fondamentali per l’arrivo di Mario Balotelli al Brescia.
L’allineamento cosmico che ha permesso la chiusura di questo affare con pochi precedenti nella storia delle rondinelle si deve però anche a un altro fattore, la normativa nazionale. Il 29 giugno il cosiddetto «decreto crescita» varato dal Governo è diventato ufficialmente legge. Tra le diverse misure previste dal testo, all’articolo 5 ve ne è una specificatamente rivolta al «rientro dei cervelli» in Italia.
Tale intervento è stato pensato per il mondo del lavoro in toto e poi esteso anche allo sport. Garantisce vantaggi fiscali alle società che ingaggiano persone provenienti dall’estero: solamente il 50% del reddito lordo di un lavoratore dipendente viene infatti sottoposto a tassazione (il 30% nei casi extra sportivi), facendo così risparmiare le aziende e permettendo loro di offrire ingaggi netti più alti. Questo il caso di Mario Balotelli, che percepirà 3 milioni di euro netti il primo anno e 4,5 i due successivi, cifre difficilmente raggiungibili se non con un’agevolazione di questa natura.
Parlando ancora di numeri: in linea teorica alla società il contratto di Super Mario sarebbe costato 6 milioni di euro il primo anno e 9 milioni gli altri due (cifre lorde). Con il decreto crescita queste cifre calano sensibilmente, diventando rispettivamente 4,5 e 6 milioni. Presupposti per l’applicabilità della norma sono che il lavoratore, quindi nell’ambito sportivo anche allenatori o membri dello staff, non sia stato residente in Italia «nei due periodi d’imposta precedenti il trasferimento», nonché l’impegno «a risiedere in Italia per almeno due anni».
Va ricordato inoltre che lo sconto si applica dal primo gennaio 2020 e per contratti firmati dopo il primo luglio 2019 (non è retroattiva): nel primo semestre di contratto il risparmio per le società non sarà perciò applicato.
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