Giro d'Italia, Tagliani totalizza 300 chilometri in fuga
Quanto cuore, Filippo Tagliani. Il 25enne neo professionista di Gavardo non finisce di tenere banco al Giro d’Italia (il primo della sua carriera) e di catalizzare l’attenzione delle telecamere (tanto gradita agli sponsor) con fughe chilometriche. Quanto basta per totalizzare in 4 tappe in linea circa 300 km da fuggitivo e fare propri punti preziosi su più fronti: dando uno sguardo alle varie classifiche generali, infatti, il valsabbino della Androni Giocattoli Sidermec è terzo in quella di combattività (15 punti), terzo per chilometraggio totale in fuga (224 punti) e addirittura primo per traguardi volanti conquistati lungo il tracciato (30 punti).
Un bel bottino per il giovane corridore, unico bresciano al Giro d’Italia che oggi lungo la Modena-Cattolica si è reso protagonista di una lunga cavalcata iniziata in compagnia di un altro fuggitivo cronico, Umberto Marengo della Bardiani Csf Faizané, che ha visto i due atleti raggiungere anche i 5 minuti abbondanti di vantaggio sul gruppo. La fuga, iniziata poco dopo il via si è conclusa a Imola, dove i due sono stati risucchiati dal peloton. Ma Tagliani ha fatto in tempo a far suo un traguardo volante (proprio a Imola) e a collezionare altri 70 km col vento in faccia.
«Sta diventando un’abitudine, come l’aperitivo al bar» scherza sui social network qualche fan del gavardese, che già alla classicissima Milano-Sanremo si era reso protagonista di una fuga lunga 180 km , trovando in quel caso come complice di giornata il conterraneo Alessandro Tonelli da Bornato (Bardiani-CSF-Faizanè), purtroppo costretto a rinunciare al Giro all’ultimo per scrupolo suo e del team a causa di un tampone pur rivelatosi un falso positivo.
La tappa di oggi è poi stata vinta in volata da Caleb Ewan, che ha preceduto Giacomo Nizzolo (Team Qhubeka Assos) ed Elia Viviani (Cofidis). Una curiosità: nelle prime cinque tappe c'è sempre stato almeno un italiano sul podio, in quattro casi su cinque addirittura due, così come la maglia rosa è appannaggio di soli ciclisti di casa, prima Filippo Ganna (Ineso Grenadiers) e da ieri Alessandro De Marchi (Israel Startup Nation).
Unica nota spiacevole di giornata, il brutto incidente in cui è occorso Mikel Landa, lo spagnolo della Bahrain Victorious ieri protagonista sulla salita di Sestola, che, per un contatto con un addetto alla segnalazione di uno spartitraffico, è finito a terra a 4 chilometri dal traguardo, insieme al vincitore di ieri, Joe Dombrowski. Il basco è stato immobilizzato e caricato su un'ambulanza: le sue condizioni saranno valutate meglio nelle prossime ore. Ma la sua corsa è finita sulla costa romagnola, così come è fortemente a rischio quella di Pavel Sivakov, il vicecapitano della Ineos Grenadiers, andato giù dopo essersi toccato con un compagno di squadra qualche chilometro prima. Anche il russo ha concluso dolorante alla spalla, con un forte distacco, e pure Dombrowski, in maglia azzurra, è arrivato malconcio, nel giorno del suo 30esimo compleanno.
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