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Gigi Cagni compie 70 anni: la bandiera del Brescia che non molla

Nato a Brescia, è nella nostra città che inizia la sua carriera da calciatore, sulla corsia sinistra di difesa
Gigi Cagni, nel 2017 fu protagonista della salvezza del Brescia - Foto New Reporter Zanardelli © www.giornaledibrescia.it
Gigi Cagni, nel 2017 fu protagonista della salvezza del Brescia - Foto New Reporter Zanardelli © www.giornaledibrescia.it
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Difensore talentuoso, allenatore «di campo» e pilota di aerei: questo è Gigi Cagni che oggi, domenica 14 giugno, compie 70 anni. Nato a Brescia, è nella nostra città che inizia la sua carriera da calciatore, sulla corsia sinistra di difesa. Con la primavera delle Rondinelle si mette in luce ed esordisce in prima squadra nel 1970, a 20 anni. Rimarrà nella sua città natale per otto stagioni, diventando bandiera e titolare inamovibile, ed entrando nella top 10 dei calciatori con più presenze (264) nel club.

Nel 1978 dopo alcuni problemi alla schiena e alle gambe la sua carriera viene considerata conclusa. La società spinge per la cessione e Cagni passa così alla Sambenedettese. Dopo due anni nelle Marche, Cagni pensa di riavvicinarsi verso casa per terminare la carriera. Nel 1980 però un colloquio con il futuro allenatore della Sambendettese, Nedo Sonetti, cambia tutto. Sonetti lo prega di restare, ma Cagni non ne vuole sapere. Allora Sonetti ha un'intuizione: spostarlo dalla fascia al centro della difesa. Da lì Cagni dirigerà la squadra e farà le prove generali da allenatore sul campo.

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Così contraddice le previsioni sul suo fisico: la sua seconda parte di carriera durerà infatti altri 7 anni, fino al 1987, frantumando il record di presenze in Serie B che resiste ancora oggi (485). Chiude la carriera da calciatore all'Ospitaletto all'età di 38 anni.

Cagni ha la panchina nel destino e così ricomincia da Brescia e dalle sue giovanili nel 1988. L'anno dopo passa alla Centese in C2 e nel 1990 si lega a un'altra città che resterà per sempre nelle memorie della sua carriera, Piacenza. Qui rimane sei anni, partendo dalla serie C1 fino alla storica promozione in A, la prima del club emiliano nel 1993. La massima serie dura un anno, poi la squadra viene retrocessa ma riconquista subito la promozione in A, questa volta per restarci. Nel 1994 Cagni riesce a far salvare il Piacenza ma lascia per una nuova avventura al Verona neopromosso con cui però retrocederà. Poi Genoa, Salernitana e Sampdoria in serie B, fino al ritorno al Piacenza in A, nel 2003 che non riuscirà a salvare.

Il punto più basso arriva nella stagione 2004-2005 con l'esperienza durata pochi mesi al Catanzaro in B, definita più tardi da lui stesso come «la più brutta della mia carriera». Ma l'anno successivo si riscatta subito. Nel gennaio 2006 è ingaggiato a campionato in corso dall'Empoli che condurrà al settimo posto, con una storica qualificazione in Coppa Uefa. Ma l'avventura in Europa finisce subito, al primo turno dei preliminari contro lo Zurigo. A causa del penultimo posto in classifica è poi esonerato in favore di Alberto Malesani e richiamato per tentare di risollevare la squadra all'ultimo posto.

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Malgrado una ripresa (10 punti in 7 gare), all'ultima di campionato arriva la retrocessione in Serie B nonostante la vittoria contro il Livorno per 2-1, a causa del pari a sorpresa del Catania contro la Roma. Poi le esperienze brevi al Parma in B, al Vicenza e allo Spezia (con cui riuscirà a salvarsi in B). Nel 2017 torna al Brescia in serie B per sostituire l'esonerato Cristian Brocchi. Qui, chiude in bellezza il cerchio della sua carriera, centrando l'obiettivo e salvando le Rondinelle, squadra della sua città.

Cagni si dedica così a viaggiare, anche per studiare altre culture calcistiche (come Emirati o Mls) o assistere agli allenamenti di Guardiola. E per volare. Perché Cagni è anche un grande appassionato di aerei, oltre a essere stato un allenatore esperto.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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