Giada, quanto è bella la legge del calcio
Una possente ventata di orgoglio soffia sulla città, quando a portare alto il nome di Brescia in giro per l'Italia sono le eccellenze del nostro territorio. Tra queste, spicca Giada Piemonti. Dottoressa in Giurisprudenza, la 27enne di Roccafranca è stata premiata recentemente nel salone d'onore del Coni, a Roma, con il 12° premio di laurea Artemio Franchi (promosso dalla fondazione Artemio Franchi onlus con il patrocinio della Lega italiana calcio professionistico) ottenuto grazie alla tesi magistrale dal titolo «La figura dell'intermediario sportivo».
Accompagnata nel percorso dal prof. Mauro Paladini dell'Università di Brescia, il lavoro di Giada si è concentrato sulla figura dell'intermediario sportivo nel mondo del calcio (il cosiddetto procuratore dei giocatori) analizzandone l'evoluzione. In quanto studentessa di legge, il fulcro della tesi ha chiaramente privilegiato uno sguardo giuridico, considerando le regolarizzazione di questo ruolo: «Con la riforma della Fifa promossa da Blatter nel 2014 - spiega Giada, che peraltro ieri è stata premiata anche in Loggia nell’ambito della Panchina d’oro, come si legge più avanti - si è iniziato a parlare di deregulation.
Prima di tale data, l'intermediario sportivo era sottoposto ad esami per poter svolgere la professione, mentre dal 30 aprile 2014 è stato sufficiente iscriversi in un registro ufficiale della Figc: un bel cambiamento. Ho cercato di capire e trasmettere in che modo questa riforma fosse un bene o un male».
Nel frattempo, con il mondo che corre a cento all’ora, la recente legge di stabilità ha reintrodotto l'esame obbligatorio, ma ciò non toglie merito al lavoro promosso dalla giovane bresciana, appassionatissima e tifosa: «É partito tutto dal mio grande amore per il calcio. Non ho mai giocato, ma ne sono appassionata tanto da voler unire questo interesse al mondo del diritto civile. Su 114 elaborati hanno scelto proprio il mio e non ci potevo credere: mi sono iscritta al concorso per caso e senza particolari ambizioni; lo scorso luglio mi hanno chiamata per un colloquio finale. Lo stesso mese è arrivata la telefonata che mi comunicava la vittoria: ero stupita, perché sapevo di aver realizzato un buon lavoro, ma non pensavo fino a questo punto». Impegnata attualmente in uno studio legale per un praticantato forense, Giada attende dicembre per sostenere l'esame di Stato di avvocato, con un sogno: «Mi piacerebbe dedicarmi all'ambito civilistico, in particolare sportivo. Non è un campo facile, ma ce la metterò tutta».
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