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Ghirardi shock: addio Parma, addio calcio

Il bresciano presidente dei ducali amareggiato dopo che l'Alta Corte ha respinto il ricorso del club gialloblù.
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Tommaso Ghirardi shock. «Ho chiuso con il calcio, ho rassegnato le mie dimissioni da presidente e ho pregato l’amministratore delegato Pietro Leonardi di continuare a gestire la società e di onorare tutti gli impegni che ho preso. Dal primo luglio comincerà un’altra storia. Il cento per cento del Parma è in vendita».
 
Le parole sono rotte dall’emozione e da tanta rabbia e l’impressione è che per lui sia il punto del non ritorno. All’indomani della sentenza della Corte di Giustizia del Coni che gli ha precluso l’accesso in Europa League, Tommaso Ghirardi, bresciano presidente del club gialloblù, getta la spugna e dice addio al calcio. Nell’anno del centenario del Parma, coronato sul campo da un meritato ed entusiasmante sesto posto, è troppo forte la mazzata dell’esclusione europea (in Coppa andrà il Torino). Impossibile andare avanti. «I miei soci hanno voluto condividere con me questo incubo - spiega ancora il presidente - e io me ne vado da vincitore. Siamo arrivati che qui non c’era nulla e abbiamo costruito qualcosa di importante. Io col calcio ho chiuso, me ne torno al mio paesello (Carpenedolo, ndr) e voi vergognatevi di quanto avete fatto». Quel «voi» è riferito al mondo del calcio, in particolare ai suoi dirigenti. Perché, spiega ancora l’ormai ex numero uno crociato, «è stato il sistema che non ha voluto che il Parma partecipasse alla Coppa» attraverso un organismo, la Corte di Giustizia del Coni, «composta solo da membri che non fanno sport». 
 
Alla base della drastica scelta c’è la respinta del ricorso dei gialloblù sulla vicenda del mancato pagamento dell’Irpef entro il termine del 31 marzo scorso. In merito, il Parma non farà alcun ricorso. «Basta così - afferma Ghirardi -. Ho deciso, ma tra qualche settimana, libero da ogni incarico, cercherò di far valere le mie ragioni e verificare se ci sono stati danni alla mia immagine». 

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