Gardagolf: unico circolo al mondo con due professionisti a Rio
Gardagolf di Soiano del Lago, il campo dove Nino Bertasio si è formato. L’allievo di Franco Maestroni rappresenterà l'Italia ai Giochi di Rio. Nato a Zurigo, cresciuto a Salò, a 28 anni Bertasio è in pianta stabile nello European Tour.
«Non so cosa aspettarmi. Finora le Olimpiadi le avevo viste solo in tv. Vivere nel villaggio e partecipare alla cerimonia d'apertura saranno avventure uniche» racconta Nino. Conosce già i sui compagni di stanza? «Abiterò in un appartamento da cinque persone all'interno del villaggio, insieme al mio collega Matteo Manassero, all’allenatore Alberto Binaghi, al team manager Massimo Scarpa e al direttore tecnico della Federazione Gianluca Crespi».
Ha già provato le 18 buche di Rio? «No, sarà una novità per tutti. I giri di prova assumeranno grande importanza. La gara sarà come al solito sulle 72 buche, senza però il taglio dopo i primi due giri». Il pass olimpico è stato una sorpresa? «Era uno degli obiettivi stagionali. Sapevo che per l'Italia ci sarebbe stato un posto libero alle spalle di Francesco Molinari già sicuro. Con le ultime buone prestazioni nel Tour ho centrato la carta».
La vigilia è stata caratterizzata dalla rinuncia di tanti... «Ognuno avrà avuto le sue ragioni. Francesco lo ha fatto per motivi familiari, McIlroy ha detto che non sentiva il golf come uno sport olimpico, Day temeva il virus Zika, Scott avrebbe portato a Rio i dilettanti».
Lei che idea si è fatto? «Giusto schierare i professionisti, solo così possiamo valorizzare il nostro sport». Chi è il favorito? «Difficile dirlo prima di aver provato il campo. Se Stenson gioca come all'Open Championship è fuori portata. Penso comunque che l'80% dei partenti possa ambire al podio». Prima che cominci il torneo assisterà a qualche gara? «Mi piacerebbe vedere una partita di tennis, di Federer». Cosa farebbe per accrescere la popolarità del golf in Italia? «Aprirei i campi a tutti, superando il concetto di club privato e costruendo strutture pubbliche».
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