Federica Pellegrini saluta il nuoto: «Ora ho molte cose da fare»
Ciao ciao, Divina. Saluta con la mano e le lacrime agli occhi Federica Pellegini, la regina del nuoto azzurro, icona internazionale. Vera e propria leggenda. «Ora ho molte cose da fare», dice la più medagliata campionessa del nuoto italiano. Le farà con Matteo Giunta, l’allenatore-fidanzato che tutti sapevano, ma lei non voleva dire, «perché il nuoto viene prima e tenere separati il ruolo di atleta e allenatore era prioritario: siamo stati bravi».
Quella di Federica Pellegrini non è una storia, ma un arco che ha attraversato le età e le Olimpiadi, cinque con la finale ultima di Tokyo, dove è arrivata settima. «È stato un bellissimo viaggio, bracciata dopo bracciata, e me lo sono goduto tutto». Dall’argento di Atene all’oro di Pechino, tra delusioni e risalite, e poi il record del mondo nei 200 che ancora resiste alle nuove generazioni. E non importa se nella sua ultima finale olimpica non è andata oltre il settimo posto con un tempo comunque abbassato di un altro secondo (1’55’’91, da 1’57’’33 delle batterie dell’altro ieri), alla fine degli ultimi 200 della sua carriera, i «miei 200» come ripete senza riuscire a trattenere le lacrime, a bordo della vasca di Tokyo. All’alba dei 33 anni, Federica Pellegrini la storia l’aveva scritta già conquistando la quinta finale olimpica nella stessa specialità, unica donna a riuscirci come Phelps tra gli uomini.
Pellegrini lascia comunque da campionessa del mondo in carica (oro sia a Budapest 2017 che a Gwangju 2019) e ancora in vasca, ieri, ha alzato con orgoglio gli occhi al tabellone, ha visto il tempo e il piazzamento e si è applaudita da sola, poi è uscita e ha fatto il segno del cinque: «Ciao ciao», sembrava dire. Ed era comunque un arrivederci: «Mi vedo ancora nel mondo del nuoto, ho ricevuto e dato tutto a questo sport, ma sento che posso ancora dare tanto». Chissà in quali vesti. Ferma non ci sa certo stare e a chi glielo chiede specifica quasi stizzita: «Ma io ho tantissime cose da fare adesso: tornare a casa che mi stanno aspettando tutti, festeggiare il mio compleanno perché 33 anni è un’età importante, poi ci dobbiamo far votare dagli atleti per il Cio, a settembre, si spera anche novembre ci sarà la Isl a Napoli, poi uscirà un docufilm, poi c’è in progetto un libro, poi le registrazioni di Italia’s Got Talent».
Tante cose da fare, mai da sola però. Ecco infatti l’ufficializzazione di quello che in realtà da anni sapevano tutti, la sua relazione con il tecnico Matteo Giunta che i due hanno sempre voluto tenere riservata: «Se non ci fosse stato Matteo - ha confidato a fine gara - probabilmente avrei smesso qualche anno fa. È stato un grandissimo allenatore ed un compagno di vita speciale e spero lo sarà anche in futuro. È stata una persona fondamentale, una delle più importanti in questo percorso sia umano che sportivo... È stato un bel viaggio, tanti anni di bracciate: me la sono goduta dall’inizio alla fine. Mentre nuotavo non si vedeva ma sorridevo».
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