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Fair play: quando un autogol vale più di un gol

L'allenatore della Virtus Feralpi Lonato ha costretto i suoi giocatori a restituire agli avversari un gol segnato in maniera scorretta
Il gol segnato dai giocatori della Volta
Il gol segnato dai giocatori della Volta
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«A volte un autogol vale più di un gol». Sebbene tale accezione di primo acchito possa apparire quanto mai fuori luogo, acquisisce invece grande valore accostata al termine fair-play. 

Ne è convinto Alessandro Testa, allenatore della formazione Allievi Under 17 della Virtus FeralpiSalò. «È la mia mentalità, quasi una filosofia di vita - dice -: siamo educatori, ancor prima che allenatori, e non trovo alcun senso nel glorificarsi di una rete messa a segno in modo sporco, mentre gli avversari sono palesemente svantaggiati». 

La riflessione dell’allenatore gardesano è conseguenza di quanto accaduto domenica mattina sul rettangolo verde del centro parrocchiale Paolo VI di Lonato quando, depositando il cuoio alle spalle del proprio portiere, i gardesani hanno restituito ai cittadini della Volta una rete siglata alla mezz'ora della ripresa. 

 

 

Avanti 3-0 (e con la vittoria pressochè al sicuro), i locali a 10 minuti dal termine approfittano del fatto che i rivali sono praticamente fermi per siglare il poker. Questo perché, in seguito ad un contrasto un po’ duro, un giocatore ospite rimane a terra dolorante e viene soccorso immediatamente dai compagni che si disinteressano della gara. Un atteggiamento troppo opportunista secondo mister Testa, visibilmente contrariato: «È vero che bisogna fermarsi solo se l'arbitro fischia, ma in quel caso non era assolutamente giusto proseguire - osserva -. Ho invitato subito la squadra ad arrestare l'azione offensiva, tuttavia i ragazzi non hanno recepito il messaggio. Dopo aver riposizionato allora la palla a centrocampo e con la rete ormai convalidata, ho chiesto ai ragazzi, una volta conquistata palla, di dirigersi verso la nostra area e riconsegnare il gol alla Volta». 

 

 

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