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Elena sprona Goggia, quarta sorella: «Forza Sofia, ti rialzerai»

La Fanchini all’amica bergamasca dopo il brutto infortunio: «È cresciuta insieme a noi per lei ci saremo sempre»
A Chiari nel 2012 una giovane Sofia Goggia con le sorelle Fanchini - Foto © www.giornaledibrescia.it
A Chiari nel 2012 una giovane Sofia Goggia con le sorelle Fanchini - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Per anni è stata considerata la «quarta sorella». Non di sangue, chiaramente, ma di affinità sciistica. Perché Sofia Goggia - che domenica s’è rotta il piatto tibiale destro per una sciocca caduta a Garmisch - era veramente come se fosse la quarta Fanchini: come Elena Nadia e Sabrina è cresciuta nel Rongai Pisogne, a Montecampione era ed è tutt’ora adesso considerata una di casa, con le tre consanguinee camune ha sempre avuto un rapporto che andava anche al di là della comune passione per la neve.

Per questo quanto accaduto domenica alla campionessa bergamasca non poteva lasciare indifferenti le tre sorelle di Montecampione. «Per adesso le ho solamente scritto - racconta Elena - perché volevo far passare qualche giorno prima di telefonarle. Le ho detto che per lei ci sono sempre e che le voglio bene. So che aveva male, ho sentito sua madre. È tosto quanto le è successo».

Del resto anche le Fanchini in passato hanno pagato un conto salato alla malasorte. Goggia s’è infortunata il 31 gennaio vedendo sfumare la possibilità di andare al Mondiale di Cortina. Lo stesso giorno, di undici anni prima, Nadia a Sankt Moritz si fratturò entrambe le ginocchia quando era al top, dovendo rinunciare alle Olimpiadi di Vancouver. Elena invece perse il Mondiale del 2009 in Val d’Isère dopo un infortunio in autunno ad Hintertux, ma soprattutto nel 2018 disse addio ai Giochi di Pyeongchang dopo aver annunciato di avere un tumore.

«So cosa significa - continua Elena -. È una brutta botta, anche perché Sofia sciava alla grande, non aveva rivali in discesa e poteva giocarsi il Mondiale a Cortina, in casa, anche se senza pubblico sarà veramente brutto. Fa male quando sfuma un obiettivo così importante, perché alla fine facciamo quello, lavoriamo duramente per quel momento. Ma il destino spesso fa brutti scherzi. Per fortuna non deve operarsi e non si è rotta anche il crociato, altrimenti sarebbe stata più lunga anche di testa. Ma so che si rialzerà: a Cortina mancherà, ma questa nazionale sta facendo cose incredibili».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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