Ecco gli Europei attesi da un anno: il primo torneo itinerante
Formalmente si chiama ancora Euro 2020, anche se è slittato di un anno a causa della pandemia. Sarebbe stato un torneo continentale rivoluzionario a prescindere, visto che è il primo itinerante della storia dell’Uefa. Lo è a maggior ragione in tempo di Covid-19, con l’Europeo «in viaggio» che resta nel guado, tra la speranza che sia veramente la manifestazione della ripartenza a livello continentale e i timori per il rischio di contagi che hanno già bussato alla porta di alcune Nazionali (Spagna e Svezia) alla vigilia del via.
Torna il pubblico. Stasera, in ogni caso, si parte e lo si fa dall’Italia e dall’Olimpico di Roma, con la gara inaugurale tra Italia e Turchia che sancirà anche il ritorno degli spettatori (circa 16.000 su una capienza totale di quasi 73.000, con accesso solo a persone in stile «green pass», ovvero con vaccinazione effettuata o tampone negativo) dopo quasi un anno e mezzo a porte chiuse, almeno nei confini italici.
Celebrativo. Roma era già in origine nelle sedi scelte dall’Uefa per il primo Campionato europeo con più di due nazioni ospitanti: una novità voluta dalla confederazione continentale per celebrare il 60° del torneo, giunto così alla sedicesima edizione (la prima fu in Francia nel 1960, due furono in Italia: nel ’68 - quando vinsero gli azzurri - e nel 1980).
La precisazione è doverosa, perché la pandemia in corso non solo ha stravolto il calendario facendo slittare di un anno la manifestazione, ma ha anche portato a delle modifiche nell’elenco delle sedi.
In origine dovevano essere 12 in rappresentanza di altrettanti Paesi, ma nella primavera scorsa a causa del Coronavirus sono scese a 11: dall’elenco sono uscite prima Bruxelles e poi la sostituta Dublino, mentre Bilbao è stata rimpiazzata da un’altra città spagnola, ovvero Siviglia.
Le distanze. Le altre città ospitanti sono Baku (Azerbaigian), Amsterdam (Olanda), Copenaghen (Danimarca), Monaco (Germania), Bucarest (Romania), Budapest (Ungheria), San Pietroburgo (Russia), Glasgow (Scozia) e Londra (Inghilterra), dove oltre a tre gare dei gironi e due ottavi si terranno semifinali e finale.
Le distanze sono ampie, tanto che alcune delle 24 partecipanti faranno viaggi lunghissimi: la Svizzera, che è in ritiro a Roma, dovrà compiere oltre 10.000 chilometri per andare due volte a Baku, mentre non ne farà molti di meno la Polonia per due viaggi a San Pietroburgo e uno a Siviglia. Sei delle nazioni ospitanti (Italia, Inghilterra, Danimarca, Olanda, Spagna e Germania) saranno invece a chilometro zero, almeno nella prima fase.
Tra le 24 partecipanti, le novità sono Finlandia e Macedonia del Nord. Le squadre sono state divise in sei quadrangolari: agli ottavi passeranno le prime due di ogni girone e le quattro migliori terze.
Dal 26 giugno, con la seconda fase, iniziano le gare ad eliminazione diretta che portano alla finale di Wembley di domenica 11 luglio.
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