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È stato arrestato il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero

La squadra non è coinvolta nelle indagini. Per via dell'indagine Ferrero si è dimesso
Il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza nell'ambito di un inchiesta della procura di Paola per reati societari e bancarotta. Secondo quanto si apprende, la squadra ligure non è coinvolta nelle indagini. Ferrero è stato trasferito nel carcere di San Vittore a Milano, mentre per altre 5 persone sono stati disposti i domiciliari.

Ferrero è stato arrestato per il crac di 4 società nel settore alberghiero, turistico e cinematografico con sede in provincia di Cosenza. Le società, da quanto si è appreso, sono state dichiarate fallite qualche anno fa. Si è quindi dimesso questo pomeriggio da presidente della Sampdoria. Lo fa sapere il club ligure in una nota. «Massimo Ferrero, proprio per tutelare al meglio gli interessi delle altre attività in cui opera - si legge -, e in particolare isolare anche ogni pretestuosa speculazione di incidenza di un tanto rispetto all'U.C. Sampdoria e al mondo del calcio, intende formalizzare le dimissioni immediate dalle cariche sociali di cui sinora è stato titolare».

Insieme al presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, è stata arrestata e posta ai domiciliari anche la figlia del presidente della Sampdoria, Vanessa, cui viene contestato lo stesso reato di bancarotta di cui è accusato il padre. Tra gli arrestati, inoltre, c'è anche un nipote di Ferrero, Giorgio. Al momento i due si trovano ai domiciliari. Non si conosce, per il momento, l'identità degli altri tre arrestati coinvolti nell'inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Paola.

L'avvocato di Ferrero, Pina Tenga, ha presentato un'istanza ai magistrati affinché possa essere trasferito a Roma per consentirgli di assistere alla perquisizione e procedere all'apertura di una cassaforte all'interno di un'abitazione. «Lo stanno trattando peggio di Totò Riina - ha detto Tenga - Abbiamo fatto istanza alla Procura di Paola - prosegue la penalista - per chiedere che Ferraro possa essere trasferito a Roma per presenziare alla perquisizione e all'apertura di una cassaforte».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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