Diego Lopez, secondo sudamericano e 15° tecnico straniero
Diego Lopez è il secondo tecnico sudamericano nella storia del Brescia. Il primo arriva nel 1975/’76 ed è Antonio Valentin Angelillo, argentino, uno degli «Angeli dalla faccia sporca» (Sivori e Maschio gli altri due), autore nel 1958/’59 di 33 reti in un campionato con l’Inter, record battuto solo da Higuain. Angelillo guida il Brescia, in serie B, per poco più di un campionato: nel primo è lui a far crescere la coppia Altobelli-Beccalossi, nel 1977 viene esonerato con la squadra in zona rossa, la salverà Bicicli.
Nella storia delle rondinelle gli allenatori non italiani sono numerosi, ma dall’altra parte dell’Atlantico ne arrivano solo tre. Oltre ad Angelillo e Lopez, l’honduregno Suazo, esonerato dopo due pareggi e un ko e rilevato da Corini. Per il resto solo e tanta Europa.
Anzi, Mittleuropa, come si diceva una volta. Il calcio ungherese è quello che va per la maggiore negli anni Venti del ventesimo secolo, così, dopo le due stagioni con lo svizzero Ruchti in panchina (dal 1913 al 1915), dal 1920/’21 (Schoffer, con il cecoslovacco Fivebr) al 1934/’35 è un quasi ininterrotto monologo magiaro. Schoffer guida le rondinelle per altri sei anni, Payer per due, Hlavay per tre, per altri due l’inglese Bellamy. Nel dopoguerra altri ungheresi: Banas, Senkey e, nel 60/’61, il mitico Sarosi, presto esonerato. Dopo 14 anni arriverà Angelillo, dopo altri sedici, e per cinque stagioni, il romeno Lucescu, con il quale il Brescia viene promosso due volte in A e vince l’Anglo-italiano. Quindi undici gare per il ceco Zeman, 4 per il croato Javorcic e le 3 di Suazo.
Ora tocca a Diego Lopez, quindicesimo straniero a guidare il Brescia.F. D.
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