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Diana: «Paghiamo fisicamente, c’è una percezione errata»

Dopo il match vinto contro Pesaro parla l'allenatore dei biancoazzurri
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AA

Prendiamo il buono: due punti. E arrivati nell’ennesimo finale di gara punto a punto: uno di quei finali nei quali la Germani ha già pagato prezzi altissimi in questo inizio di stagione. E qui però ci si ferma perché per il resto sono ancora tante le riflessioni non positive alle quali Brescia induce. Sorrisi a denti stretti nella pancia del PalaLeonessa e durante la conferenza stampa di Andrea Diana.

Una conferenza nella quale va in scena anche un piccolo fuoriprogramma. Mentre il coach parla, arriva Luca Vitali che va verso la postazione di Diana per battere il «cinque alto».

Poi il play si gira verso la platea e in favore di telecamere e dice: «Visto? Il nostro spirito è questo».

Un deciso puntino sulle «i» da parte di Vitali che dunque in modo inconsueto lancia un messaggio della serie (libera traduzione) «siamo tutti uniti e se ci sono problemi non sono unità d’intenti».

Coach, almeno finalmente avete finto un punto a punto... «Esatto. Almeno una così l’abbiamo portata a casa... Di sicuro la partita non è stata bella, ma l’importante era vincerla e incamerare due punti importanti per classifica e morale. Dopo i primi 2’ ci siamo contratti e siamo andati un po’ sulle gambe rallentando il ritmo. Poi siamo rientrati in ballo, ma abbiamo accusato un nuovo calo di ritmo tenendo in partita gli avversari che hanno anche trovato un grandissimo Blackmon».

Ma che è successo di nuovo nell’ennesimo maledetto terzo quarto? «Appunto siamo andati sotto ritmo diventando macchinosi e farraginosi. Il break che ci aveva consentito di chiudere avanti all’intervallo lungo lo avevamo costruito sull’aggressività difensiva e sulla corsa a tutto campo. Poi siamo nuovamente calati di intensità».

Manca ancora un’identità a questa squadra? «Qualcosa ovviamente manca, ma non ne faccio una questione di identità perché la squadra si sbatte e prova a fare. Però non riusciamo a mantenere il ritmo di gioco costante per 40’ mentre invece dovremmo riuscire a sfruttare la taglia fisica che dovrebbe essere un nostro vantaggio. Il fatto è anche che siamo all’undicesima partita in un mese e mezzo e non è facile gestire tutto questo scendendo in campo ogni tre giorni tra viaggi e tempo che manca per recuperare. Sono convinto che tutto questo lavoro che stiamo facendo per abituarci però ce lo ritroveremo in chiave positiva più avanti nella stagione».

Quali sono le riflessioni che sta facendo in questo periodo? «Sono riflessioni relative al cosa fare sempre per migliorare, ma anche sulla percezione che c’è dall’esterno...».

Ovvero? «Due anni fa con la serie A noi abbiamo cominciato a costruire una casa partendo dalle fondamenta cambiando anche qualcosa per renderle stabili. Trovata questa stabilità siamo ripartiti dalle fondamenta arricchendo la casa che poi è diventata la casa bellissima, la casa più bella di Brescia: ma ci sono voluti due anni per costruirla. Ora, quella casa si può sempre andare a rivedere, ma quello che stiamo facendo ora non è la prosecuzione di quel lavoro: siamo ripartiti da zero con la costruzione: ci vuole tempo, magari anche delle correzioni, ma non si possono fare i paragoni. Ci manca ancora una certa solidità, ma siamo a solo un mese e mezzo di lavoro... Se mi aspetto delle correzioni di roster? Solo se innalzano il livello perché io ho fiducia nel mio gruppo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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