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Dazn, da dicembre addio a due dispositivi per abbonamento

Lo anticipa il Sole 24 ore. Resterà possibile la condivisione di un doppio device per ogni abbonamento con lo stesso indirizzo IP
Il logo di Dazn
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Dazn si appresta a mettere fine alla possibilità di concedere a due utenze collegate allo stesso abbonamento di accedere ai contenuti contemporaneamente da due device che si trovano a distanza l'uno dall'altro. Lo anticipa il Sole 24 ore. 

In attesa di una conferma ufficiale, fonti della Ott che detiene in esclusiva i diritti della serie A di calcio fanno notare che il cambiamento nasce per combattere la «pirateria», dopo che nei primi mesi è stato notato un incremento del 20 per cento delle doppie utenze a distanza, e al tempo stesso di piattaforme per la condivisione di stessi abbonamenti; una situazione, si nota in Dazn, che porta a un deprezzamento del prodotto calcio e un danno al servizio.

Le lettere agli abbonati, con facoltà di recesso entro 30 giorni, dovrebbero partire per la fine dell'anno; resterà possibile la condivisione di un doppio device per ogni abbonamento con lo stesso indirizzo IP, ovvero all'interno di un'abitazione privata o di un ufficio.

L'associazione dei consumatori

«Ancora problemi per gli utenti di Dazn: non bastano i gravi disservizi che gli appassionati di calcio e gli sportivi continuano a subire per non poter usufruire, in maniera idonea, dei servizi offerti dalla piattaforma televisiva, ora un'altra scure si abbatte sulla testa dei tifosi». Lo sostiene l'associazione consumatori Aidacon che così interviene in difesa dei clienti «penalizzati dalla decisione della tv a pagamento che non consentirà, dal prossimo mese, di assistere agli eventi sportivi con una doppia utenza».

«Dazn modifica arbitrariamente le condizioni contrattuali, in violazione anche di quanto previsto dal Codice del Consumo e per questa ragione - ha spiegato il presidente Aidacon, Carlo Claps - invieremo un esposto al Garante delle comunicazioni affinchè vigili sul rispetto del contratto. Dazn pensi a risolvere prima i problemi tecnici e a offrire i servizi promessi: non c'è da rispettare solo un contratto ma soprattutto la passione dei tifosi e di consentire agli stessi di usufruire di un servizio che oggi in Italia può tranquillamente paragonarsi a un servizio pubblico».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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