Sport

Dall’Ue importante riconoscimento per la Medicina dello sport di Casasco

La Redazione Web
Il bresciano ne è il presidente europeo: «Coronati l’impegno per la salute degli atleti e per la promozione di corretti stili di vita per la popolazione»
La riunione dei vertici Efsma con Casasco al centro
La riunione dei vertici Efsma con Casasco al centro
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Importante riconoscimento a livello internazionale per la Medicina dello sport, disciplina che vede nel bresciano d’adozione Maurizio Casasco - medico, nonché attuale deputato di Forza Italia ed ex dirigente calcistico di Brescia, Genoa e Torino - un solido pilastro a livello non solo italiano.

Il riconoscimento

La Medicina dello sport infatti è stata riconosciuta, lo scorso 31 maggio, «specialità» dall’Unione Europea. Una notizia accolta con giubilo dai medici sportivi italiani ed europei, i cui vertici si sono riuniti ieri a Roma nella Sala giunta del Coni, dove erano infatti rappresentati l’Executive Board della Federazione europea di Medicina dello sport (Efsma), presieduta proprio da Casasco (che è peraltro presidente anche della Fmsi, Federazione medico-sportiva italiana), presenti i membri delle diverse nazioni. All’assise anche il presidente della Federazione internazionale di medicina dello sport (Fims), professor Fabio Pigozzi. All’ordine del giorno, naturalmente, la nuova sfida della Medicina dello Sport in Europa, dopo il riconoscimento da parte dell’Ue.

La reazione

Emozionato e orgoglioso Maurizio Casasco: «È il coronamento di un lungo processo per il quale mi sono fortemente impegnato da quando, nel 2017, assunsi la presidenza dell’Efsma - ha ricordato il presidente - proseguendo l’operato iniziato dai miei predecessori». «Questo risultato - ha aggiunto Casasco - non solo rappresenta un ruolo importante per la tutela della salute degli atleti, ma testimonia anche l’importanza sociale della medicina dello sport, della promozione dell’esercizio fisico e di stili di vita sani, in prima linea nella lotta contro le malattie non trasmissibili che uccidono 41 milioni di persone ogni anno, rappresentando il 74% di tutti i decessi a livello globale».

Si favorisce così - è la filosofia di fondo della Medicina dello sport - la possibilità di trasferire la conoscenza, l’esperienza e la ricerca, sviluppate sugli atleti di massimo livello, in favore di tutta la popolazione «con valore aggiunto per il sistema sanitario europeo dei diversi Paesi» ha chiosato il presidente. A giudizio del quale lo sviluppo della disciplina «è un orgoglio per l’Italia, che di questo iter è stata capofila, poiché la scuola di specializzazione universitaria post laurea in Medicina dello sport è nata, prima nel mondo, a Milano, nel 1957 ad opera del professor Rodolfo Margaria». Anche per Pigozzi il risultato «premia il lungo lavoro portato avanti da Casasco con la Federazione europea, ma anche la lunga tradizione e il valore riconosciuto alla Medicina dello sport italiana in tutto il mondo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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