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Dada al GdB:«Buona stagione, mondiale a parte...»

«Avrei preferito non entrare nelle dieci in nessuna gara di Coppa ma salire sul podio di Schladming.
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Daniela Merighetti dice di non essere una grande esperta in musica, ma se dovesse scegliere una colonna sonora per la sua stagione sugli sci piazzerebbe sicuramente un bel pezzo rock, magari di quelli arrabbiati degli anni '70.
Nello sport conta vincere, non partecipare e l'ipercritica Dada l'ha scoperto più che mai quest'anno.

Stare in alto è bello, ma fare la comparsa non piace nessuno. Tanto meno a lei, che col secondo posto di S. Anton ed il titolo nazionale di discesa non riesce ad essere soddisfatta: «Sicuramente sono meno contenta del 2012 - dice la Merighetti durante la visita al Giornale di Brescia -. Ho fatto passi in avanti, ma ho portato a termine poche gare. Mi è mancata la continuità. In discesa non ho vinto come nel 2012, ma sono salita ancora sul podio e sono sempre stata lì tra le migliori. Ma quel Mondiale…».

Già, il Mondiale di Schladming. Dada ci contava su una medaglia, l'assenza nella libera di Lindsey Vonn poteva in qualche modo aiutarla. Ma quell'uscita, quando stava andando a tutta ed era in linea almeno per il bronzo, è una macchia difficile da cancellare: «Adesso ci ho messo una pietra sopra, ma dopo i campionati ci ho pensato parecchio, almeno per una decina di giorni. Tornare alle gare di coppa mi ha aiutato a dimenticare. Avrei fatto volentieri cambio con Nadia, avrei fatto sicuramente a meno del secondo posto di S. Anton. Non dico che avrei barattato anche la mia vittoria di Cortina, perché quella resta indimenticabile. Ma per una medaglia ai Mondiali sarei rimasta fuori dalle dieci anche per tutta la stagione».

Difficile darle torto, difficile che la Merighetti non trovi un qualcosa a cui appigliarsi per fare della sana autocritica. «Sono sempre stata così: prima analizzi le tue colpe e poi cerchi di fare meglio. È così che sono diventata più conscia delle mie qualità. In questa stagione come al solito sono andata forte dopo la pausa natalizia, il secondo posto di S. Anton ha aumentato la mia consapevolezza, ma nello stesso tempo anche la pressione nei miei confronti. Sapevo che potevo giocarmela con tutte nella successiva gara a Cortina ma ho sbagliato perché ero al limite e tutti si aspettavano il podio da me. Nello sport, purtroppo, non c'è nulla di scontato: c'è sempre da imparare. Ad esempio in questa stagione ho capito che devo pensare gara per gara: quando ho iniziato a fare calcoli è finita e mi sono giocata la possibilità di vincere la coppa di discesa, o almeno di entrare nelle prime tre».

Dada, la «veterana» della velocità non solo azzurra, archivia comunque la stagione come unica azzurra a salire sul podio in Coppa del Mondo: «Oramai io, Elisabeth Goergl e Carolina Ruiz Castillo siamo le più vecchie nella libera. Il ruolo di «capitana» azzurra mi piace, ma avrei preferito che qualcun'altra arrivasse con me tra le tre: una tira l'altra, spero che la squadra cresca perché il mio l'ho fatto, ma è bello anche condividere le gioie».

Prima delle vacanze c'è ancora una passeggiata ai campionati nazionali Giovani a Santa Caterina Valfurva, poi il riposo prima dell'anno olimpico: «So che non posso più fare lavoro atletico al 100%, devo conservare ginocchia e schiena. E con tutta probabilità abbandonerò lo slalom che ho sempre fatto in funzione della combinata: tra i pali stretti si rischia troppo per la schiena e serve troppo lavoro per essere competitiva».

Fabio Tonesi

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