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Da BaloItalia a Baloaterra: Supermario fugge sul bus

Balotelli conclude il Mondiale solo sul bus, senza nemmeno ascoltare il saluto di Pirlo ai compagni.
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Indisponente, mai pericoloso, molle, polemico e chi più ne ha più ne metta: se questo è Mario Balotelli, centravanti della nazionale italiana, la precoce eliminazione dell’Italia alla fin fine può anche non essere così sorprendente. Era arrivato in Brasile carico a mille, circondato dall'entusiasmo dei tifosi e l’esordio boom contro l’Inghilterra aveva anche fatto ben sperare. Ma dopo il doppio flop contro Costa Rica e Uruguay, condito anche da una amarissima sostituzione a metà del primo tempo del match spareggio contro la celeste i dubbi su supermario-campione sono più che mai legittimi e d’attualità.
 
Anche ieri a Natal ennesima prestazione da 4 in pagella, con tanto di entrata killer in corso di partita che accende l’allarme rosso sulla panchina azzurra, con l’inevitabile sostituzione e la faccia triste in panchina. All’attivo del n.9 azzurro nei suoi 207’ minuti Mondiali (90’, 72’ e 45’), poca roba: match winner contro l’Inghilterra all’esordio, è vero, ma anche tanti errori sotto porta (letali i due contro i centroamericani sullo 0-0) e il solito nervosismo che gli hanno regalato gli immancabili gialli (che gli avrebbero fatto saltare l’eventuale ottavo di finale).
 
Così anche il ct dimissionario Cesare Prandelli ha perso la pazienza, accantonando l’esperimento del doppio centravanti e relegandolo in panca. Insomma, per dirla tutta, l’ennesima figuraccia davanti al pubblico brasiliano che pure lo aveva adottato, incitato, sostenuto e, in qualche caso (vedi pubblico femminile), anche idolatrarlo.
 
Ora Balo archivia invece l’ennesima delusione di una stagione partita male e finita peggio. Per il ragazzo in perenne lite con il mondo, che dribbla più i cinguettii che i giocatori avversari, c’è solo l’ennesima brutta figura, accompagnata dai consueti inquietanti interrogativi sul suo futuro. Anche perchè diventa sempre più difficile collocarlo in campo. Balotelli, lo dicono tutti, è uno straordinario giocatore, ma ibrido. Ci hanno provato in tanti a raddrizzarlo, da Mourinho a Mancini, da Allegri a Seedorf a Prandelli, ma Balotelli, 24 anni il 12 agosto, si avvicina sempre più al profilo di promessa incompiuta, nascosta dietro a quel volto sempre corrucciato, irascibile, isterico e vittimista. Ieri, dopo la debacle, Andrea Pirlo, al passo d’addio alla nazionale, ha chiesto di parlare ai compagni. C’erano tutti tranne lui, solo soletto già sul pullman: metafora di un giocatore decisivo sì, ma a modo suo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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