Csi: Sale Marasino e quella passione chiamata calcio a 5
Piatto e freddo, come il Lago d'Iseo in questo periodo dell'anno. Il mondo dello sport ha perso la sua vivacità e il suo calore da tante, troppe settimane e in ogni angolo della provincia a causa della pandemia del Coronavirus e così non resta che ricordare, attendere, pianificare.
Il Csi ha così deciso di compiere un simbolico viaggio sul territorio bresciano per raccontare passato, presente e prospettive future delle società sportive. Si parte da Sale Marasino, località sebina che conta poco più di tremila anime, ma che ha saputo estendere parecchio i suoi orizzonti. Merito di un gruppo sportivo composto da 5 dirigenti, capitanati da Alessandro Cominardi, che crede fortemente nello sport e nei suoi valori.
«La nostra società - racconta il presidente del Sale Marasino - è attiva dal 1973, negli anni ci siamo dedicati al calcio a 6 e a 7, ma non solo. L'idea è sempre stata quella di agevolare, attraverso sinergie e collaborazioni, la pratica sportiva dei ragazzi del territorio. Quando c'è da dare una mano su più fronti noi ci siamo: dal volley al rugby, senza dimenticare la corsa in montagna, che dalle nostre parti è una disciplina di rilievo».
Il focus primario del Sale Marasino odierno è il calcio a 5. «L'attività giovanile è stata dirottata sulla Polisportiva Intercomunale Centrolago. Noi abbiamo una squadra Open di futsal, una variante del calcio che il Csi ha saputo valorizzare in questi anni. Siamo una squadra giovane, che ha saputo mettere in atto un cambio generazionale e attirare giocatori anche dalle località vicine come Marone e Montisola».
Quello del calcio a 5 è un mondo a parte rispetto alle più diffuse varianti a 11 e a 7 giocatori: «Parlando da dirigente il bello è che logisticamente è più semplice da organizzare, sia in ottica strutture e attrezzature sia per il numero di giocatori necessari per costituire una squadra. A livello tecnico ci sono più velocità e scambi rapidi. Mi piace il fatto che tutti i giocatori si sentano coinvolti. Non esistono titolari e panchinari».
Cominardi promuove la dimensione ciessina di questo sport: «Credo che nel corso del tempo il comitato provinciale si sia dato da fare parecchio, elaborando campionati e tornei con formule accattivanti. Il bello del Csi è che sa coinvolgere le società. Ho apprezzato molto le riunioni online delle scorse settimane. È significativo che in un momento del genere l'associazione faccia quadrato con le società per ascoltare le opinioni di tutti e condividere possibili decisioni future».
A proposito di futuro, nel racconto del presidente del Sale Marasino irrompe il classico sospiro di tutti i dirigenti sportivi dello sport di base. «Stare lontani dai campi è dura, ma ora dobbiamo pensare solo alla salute e attendere le giuste garanzie di sicurezza per poter imbastire un ritorno all'attività. Da presidente ogni tanto sbuffavo per i tanti impegni che dovevo onorare, ora quella routine mi manca. Mancano partite e risultati, ovviamente, ma soprattutto le relazioni».
Il Sale Marasino, peraltro, ha dovuto interrompere la sua corsa sul più bello: «Eravamo la miglior terza dei tre gironi, con ottime prospettive di accesso alla fase finale, un gran peccato. Ora non ci resta che attendere, se posso fare una proposta al Csi credo che in questa fase potrebbe essere interessante organizzare occasioni di formazione online per i tecnici. La formazione è sempre importante».
Il futuro, per ovvie ragioni, sembra ancora lontano, ma la linea è già tracciata: «Proseguiremo con il calcio a 5 e ci piacerebbe attivare un progetto rimasto nel cassetto finalizzato a portare in campo i bambini delle scuole materne per coinvolgerli in un'attività ricreativa finalizzata al gioco del calcio. Il Comune? Sarà sicuramente al nostro fianco, come sempre, la nostra fortuna è aver potuto sempre contare su amministrazioni fortemente votate alla valorizzazione dello sport».
Lo sguardo di Cominardi si posa inevitabilmente anche sulla situazione del suo paese, Sale Marasino: «Sarà un anno duro, anche in ambito turistico. Floating Piers aveva dato grande slancio a tutto il territorio, ma il Covid-19 ci ha dato una grande mazzata. Ho visto da vicino il suo impatto sulla nostra comunità, visto che da 14 anni faccio il volontario sulle ambulanze. Abbiamo resistito e dovremo continuare a resistere, anche se non sarà semplice. La ricetta non c'è, ma credo che fare sistema e superare i campanilismi, nello sport come in tutti i settori, possa fare solo bene. L'unione fa la forza».
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