Sport

Csi, l'appello: «Crisi gravissima, si aiuti la base dello sport»

La nota del Csi (il comitato di Brescia compie 75 anni) e le parole della presidentessa Amelia Morgano
Csi: un'immagine di repertorio
Csi: un'immagine di repertorio
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L’emergenza-Coronavirus, il blocco allo sport, le strategie di ripartenza. La situazione non preoccupa soltanto i massimi livelli del mondo sportivo italiano, ma anche le realtà che - vive nel locale - fungono da catalizzatori per le attività di atleti di ogni età, svolgendo pure una funzione sociale

Tra queste realtà, tra le più attive e quella del Csi, di cui proponiamo una nota diramata in  queste ore.

«Doveva essere l’anno dei festeggiamenti per il settantacinquesimo anniversario di fondazione del comitato di Brescia - si legge -, invece il Csi si è trovato al cospetto della più profonda crisi della sua storia. "Improvvisamente tutto è cambiato – racconta la presidentessa Amelia Morgano -, con l’attività interrotta, gli oratori e i centri sportivi svuotati, i tanti, troppi lutti e prospettive complicate su tutti i fronti, da quello sanitario a quello sociale ed economico". Uno scenario che riguarda l’intera associazione e il mondo dello sport a tutti i livelli, con la Lombardia a soffrire maggiormente in quanto epicentro italiano dell’epidemia di Covid-19.

Dopo quasi due mesi di fermo, mentre il Paese pensa alla fase 2 e a una lenta ripresa, il mondo dello sport amatoriale bresciano dice stop, mandando in archivio la stagione 2019/2020. Campionati conclusi poco oltre la metà e titoli che non verranno assegnati. Solamente il ciclismo resterà nel limbo, sospeso per il momento fino al 30 giugno. Tutte le altre discipline potranno già programmare la prossima annata. "L’associazione ha dovuto innanzitutto tutelare la salute di tutti i tesserati. Ci siamo confrontati con le società in video conferenza e non ci sono stati dubbi. Speriamo di ripartire a settembre, consapevoli che il ritorno dello sport sarà vitale per la società civile e garantirà benefici enormi alla collettività. Probabilmente si dovrà procedere con gradualità. Alcune regioni potranno iniziare prima di altre e allo stesso tempo alcune discipline potrebbero avere il via libera in anticipo. Purtroppo per gli sport di squadra il ritorno alla normalità sarà più articolato".

Tra gli snodi cruciali per il futuro è in atto una riflessione profonda – anche a livello politico – sull’identità dello sport in tutte le sue forme e sui sostegni, anche economici, che lo Stato dovrà garantire agli attori principali del settore. "Credo che questa emergenza abbia posto l’accento sul valore dell’attività svolta dagli enti di promozione sportiva - sottolinea Morgano -. Operiamo lontano dai riflettori più prestigiosi, in ambito amatoriale e nelle periferie, ma garantiamo un servizio educativo e sociale immenso, centrato soprattutto sull’ambito giovanile. Ci auguriamo che lo Stato valorizzi questi aspetti e tenga conto del fatto che l’ampia base della piramide dello sport deve essere aiutata e protetta dai venti di una crisi economica che sarà davvero ostica. Situazioni emergenziali come quella che stiamo vivendo richiedono interventi straordinari. Bisogna sostenere le società sportive, i progetti educativi, la salute e il benessere della collettività. Se ci focalizzeremo solo sui vertici dello sport commetteremo un grave errore. L’albero dello sport va alimentato alle sue radici se vogliamo garantire germogli e frutti per il futuro"». 

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