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Crisi Milan: salta la cena di Natale e squadra in ritiro

Niente festa natalizia per i rossoneri in crisi
«Chi me l’ha fatto fare?». Così pare dire uno sconsolato Gattuso
«Chi me l’ha fatto fare?». Così pare dire uno sconsolato Gattuso
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Alta tensione in casa Milan.

Dopo cinque mesi di affanni, brutte figure in campo e un cambio in panchina, è il momento del ritiro anti-crisi. La squadra da oggi pomeriggio passerà giorno e notte a Milanello «fino a data da definirsi», come annunciato dal club.

Quasi un avviso ai naviganti per chiarire che il provvedimento potrebbe proseguire a oltranza senza una reazione sabato nella sfida diretta con l’Atalanta, seguita due giorni dopo Natale dal derby contro l’Inter che vale un posto in semifinale di Coppa Italia.

Voci. E, nella giornata convulsa in cui è stata annullata anche la cena natalizia fra squadra e dirigenza, si sono anche diffuse voci, rilanciate dai social e smentite dal club, secondo cui Rino Gattuso, contrariato per l’atteggiamento rilassato dei giocatori dopo la sconfitta di domenica Verona, avrebbe presentato le sue dimissioni, respinte dalla società. Il Milan ha definito questa versione «assolutamente falsa» e via social ha chiarito che Gattuso era a Casa Milan per programmare il lavoro da svolgere in ritiro, deciso in maniera «condivisa» con la società. Ci sarà tempo di confrontarsi a Milanello, da festeggiare c’è poco.

Negli ultimi dieci giorni dell’anno il Milan si gioca gran parte delle ultime chance di poter ancora dare un senso alla stagione, resa drammatica da un campionato con 7 sconfitte, 7 vittorie e 3 pareggi, nonché dalle questioni societarie e, da ultimo, dal caos attorno a Gianluigi Donnarumma. Il cambio in panchina di tre settimane fa non ha invertito i risultati. Vincenzo Montella non era il problema principale, e Rino Gattuso non ha ancora rivitalizzato una squadra fin qui poco logica e priva di identità, costruita con una campagna acquisti messa subito in discussione dal rendimento.

Record negativi. I 5 punti raccolti nelle ultime 5 giornate sono una miseria, considerando che i rossoneri sono l’unica squadra che non ha vinto contro il fanalino di coda Benevento, e la seconda (dopo il Benevento) a perdere in casa del Verona penultimo. Per la società non è il caso di parlare di dignità persa, ma la figuraccia del Bentegodi rischia di essere un punto di non ritorno. Per questo Gattuso ha proposto la soluzione del ritiro dopo il lunedì di riposo, condivisa nell’incontro del pomeriggio a Casa Milan con l’ad Marco Fassone e il ds Massimiliano Mirabelli.

Ora società, allenatore e squadra devono uscire dalla crisi. Il provvedimento serve a isolare il gruppo dalla bufera che soffia fuori e allo stesso tempo per metterla di fronte alle proprie responsabilità: deve compattarsi e dare di più, dopo il cambio di preparatore atletico, allenatore e modulo tattico non ci sono più alibi. La speranza è che questo ritiro anti-crisi funzioni meglio dell’ultimo, voluto a inizio aprile del 2016 da Sinisa Mihajlovic, che dopo il ko con l’Atalanta perse anche con la Juve e fu esonerato.

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