Coronavirus e basket: il caso dell'americano che resta a Brescia
Via libera gli americani della Germani per rientrare in patria. Lansdowne, Trice e Cain ne hanno approfittato. Moss, ormai quasi più bresciano che statunitense, è rimasto all’ombra del Cidneo. Lo stesso ha fatto, un po’ a sorpresa, l’ala grande Kenneth Horton. L’identikit è quello classico del giocatore Usa che avrebbe dovuto rientrare in America. La moglie Jess e la figlioletta Kai, ad esempio, lo hanno fatto nelle scorse settimane. Kenneth - Ken il guerriero - è rimasto in città, nell’appartamento dalle parti di via Oberdan. «Mia moglie e mia figlia sono in Connecticut - racconta -. Stiamo costruendo una casa in North Carolina, ma non è ancora pronta. Così, sono rimasto qui. Io sto bene, le mie... due donne pure. Al momento è l’unica cosa che davvero conta. Almeno per adesso, non pianifico un rientro negli States».
La routine quotidiana di Horton è la stessa da giorni. Esercizio fisico domestico per restare in forma almeno per quanto è possibile. Per cosa, per quale obiettivo? La risposta è complicata per tutti. «Ciascuno di noi è nel basket da tempo, ciò che stiamo affrontando è inedito». Circa le possibilità di concludere la stagione, Kenneth ha poche idee. Si limita ad affermare che «da giocatore, ovviamente, ho molta voglia di sport. Ma adesso che tre miei compagni americani se ne sono andati, fatico a immaginare che possano tornare in Italia con altrettanta facilità».
I saluti con Trice, Lansdowne e Cain non sono stati comunque degli «addii». Hanno assunto la forma di un «restiamo in contatto, pensate a stare bene e teniamoci aggiornati». «Ma ho anche cercato - precisa Ken - di non assillarli con troppe domande circa il loro ritorno a casa. Hanno questioni familiari da risolvere, gente cara da salutare e da rassicurare. In generale, ho sentito altri giocatori americani che dall’Europa sono rientrati negli States. Mi ha colpito il fatto che ciascuno di loro, in qualche modo, è riuscito ad arrivare alla rispettiva destinazione senza troppi problemi». Ormai ogni orizzonte sportivo passa in secondo piano. Esiste un’emergenza globale che condiziona qualsiasi cosa, e il mondo dello sport non può che restare in attesa di decisioni che vengono prese ai piani più alti.
Ma se dopo l’estate dovesse iniziare un nuovo campionato, i tifosi del Brescia potrebbero sperare di ritrovare Horton nel quintetto della Germani? «Non mi spiacerebbe affatto - chiosa Ken -. La città e la sua gente sono state sempre amichevoli con me e la mia famiglia».
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