Contador in Valcamonica è sempre più padrone del Giro
Il Giro d’Italia ha un’unica, vera e solida certezza: Alberto Contador è il padrone della corsa rosa. A prescindere dai percorsi e dagli avversari, con coraggio e determinazione. I rivali infatti cambiano, passando da Aru a Landa, ma lo spagnolo resta sempre sul tetto del 98/o Giro d’Italia di ciclismo.
Oggi il Pistolero ha preso l’iniziativa, imitando quasi in tutto e per tutto Marco Pantani quando trionfò a Oropa nel Giro d’Italia 1999, al termine di una leggendaria rimonta. Pure Contador risucchia gli avversari, ma sulla salita del Mortirolo, dando una favolosa dimostrazione di forza, quindi riaggancia Fabio Aru, lo stacca e dà l’impressione di poter anche andare vincere la tappa. Invece, resta fin quasi alla fine ruota a ruota con Steven Kruijswijk e Mikel Landa che, a 4 chilometri dall’arrivo, accelera, prende il largo e vince la seconda tappa consecutiva, firmando la doppietta, dopo il successo a Madonna di Campiglio.
Landa sale talmente forte sulle rampe di Mortirolo e Aprica, oggi raggiunta per due volte nella frazione partita da Pinzolo, che spinge giù dal secondo gradino del podio provvisorio il compagno di squadra dell’Astana, Aru, ridisegnando le gerarchie in seno al team del ds Martinelli. Landa ha dimostrato di essere più forte e più in forma del sardo e, se oggi avesse avuto il via libera già a metà della salita del Mortirolo, poteva dare uno scossone ancora più forte alla classifica, insidiando pure la maglia rosa di Contador.
Landa ha rinunciato a una possibile impresa per mettersi al servizio del proprio capitano Aru, apparso quasi subito in grosse difficoltà, e pure penalizzato da un problema alla catena che lo ha costretto a cambiare bici a 18 chilometri dall’arrivo, nel pieno di una potenziale rimonta.
Il tappone di montagna, che portava in dote ben cinque traguardi d’alta quota, è esploso nella discesa dell’Aprica. A 62 km dall’arrivo Davide Malacarne cade e spezza in due il gruppo, dopo una fuga che vede protagonista assoluto Ryder Hesjedal, vincitore del Giro 2012. Il canadese parte ai -79 chilometri, ma viene ripreso poco prima della salita del Mortirolo; a quel punto, gli uomini di Aru prendono in mano il comando delle operazioni e imprimono un ritmo folle alla corsa, nel tentativo di isolare Contador, che accusa un distacco di una quarantina di secondi e resta pure senza compagni. Landa scatta, si gira e rallenta, aspettando Aru: a prima vista sembra una specie di Froome del Tour 2012, ma Aru non è proprio il Wiggins della situazione. Il britannico, alla fine, avrebbe trionfato a Parigi, sembra molto difficile che Aru lo imiti a Milano. Anche perché, il sardo perde il Giro proprio dove avrebbe dovuto ipotecarlo. Infatti, Contador, a 41 km dall’arrivo lo riacciuffa - al culmine di una rimonta di stampo Pantaniano - e lo stacca dopo qualche curva, facendo intendere di essere intenzionato a prendersi la tappa. Landa si accoda, ma è la maglia rosa a risultare più veloce (45’07« il suo tempo sulla montagna intitolata a Pantani).
Sul Mortirolo transita per primo l’olandese Kruijswijk, nuova maglia azzurra di leader dei Gpm, proprio davanti a Contador e Landa. Aru, invece, è staccato di 1’50». Addio tappa e maglia rosa. Hesjedal e Trofimov si mantengono a circa 1’ dai tre di testa, che vanno a tutta fino ai -4 km, quando Landa rompe gli indugi e va a vincere all'Aprica una tappa epica, fra scrosci di pioggia gelata e qualche raggio di sole. Adesso, il basco dell’Astana diventa l’avversario n. 1 di Contador. Il duello fra la russa Tinkoff e la kazaka Astana, dunque, non si è ancora concluso. Lo decideranno, però, due spagnoli. L’unico dei top team fuori dai giochi è Sky.
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