Coly-Dessena, dal dramma all'abbraccio: «Nel calcio capita»
Tante volte, il più delle volte - per non dire sempre - un abbraccio vale più di mille parole. In un abbraccio c’è scritto tutto: basta saper leggere.
Un abbraccio vuol dire lieto fine: in questo caso di una storia che è tutt’altro che una favola. Che è un incubo piuttosto. Quello dal quale si deve ancora svegliare Daniele Dessena: gli ci vorranno parecchi mesi, tutta la stagione. Tanto quanto servirà per recuperare dalla frattura composta a tibia e perone della gamba destra con la quale dal 19’ di Brescia-Cagliari il centrocampista dovrà fare i conti da qui all’estate e oltre.
È successo tutto in una frazione di secondo. È successo tutto in uno scontro in mezzo al campo, a ridosso della linea laterale, lato panchine. Irrompe Coly, che prende palla piena. Ma che è scomposto: e palla piena diventa così un contrasto con la tibia e il perone di Dessena. In tribuna c’è chi sbianca, ammutolisce e giura di aver sentito il «crac» di qualcosa che si era rotto. Sensazioni rese certezza dalle immagini dei giocatori in campo tutti mani nei capelli: Dessena si è fatto male, molto male.
Entra l’ambulanza, medici e volontari si adoperano per stabilizzare e calmare il giocatore che urla dal dolore. La partita riprende, ma in un clima surreale. Tensione alle stelle e i giocatori del Cagliari abbozzano ad una caccia all’uomo in maglia Brescia. Coly tiene botta, la squadra anche e la situazione in campo non si normalizza che quando l’ambulanza parte direzione ospedale Civile. Da lì si attendono notizie, che arriveranno solo a fine partita con la diagnosi ufficiale di cui sopra.
Nello spogliatoio del Brescia si festeggia, ma c’è chi non riesce ad essere partecipe: è Coly. La sua testa non si è mai staccata dal pensiero della sofferenza di Dessena, dal senso di colpa. Il tempo d’una doccia e il terzino parte subito in macchina con l’ad Rinaldo Sagramola per l’ospedale. C’è la voglia, la necessità, di parlare con Dessena. Che accetta l’incontro con Coly. Forse più sotto shock del giocatore del Cagliari stesso.
«Scusa, non l’ho fatto apposta. Non sono entrato - le parole di Coly - con cattiveria, ci sto malissimo». Ed ecco la replica di Dessena: «Non ti preoccupare, sono cose che nel calcio capitano» la replica di un sorprendentemente sereno Dessena. Che poi ha voluto abbracciare Coly. La tensione s’è sciolta così e anche nella dirigenza del Cagliari i toni sono rimasti bassissimi: «Coly non è stato espulso? Può capitare di sbagliare. Ora - le parole del numero uno Giulini - pensiamo a Daniele: gli è stata messa una vite, si valuterà se operarlo. L’episodio comunque ci ha condizionati». Ma sta di fatto che un abbraccio, tante volte, vale più di tutto.
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