Ciclismo

Michele Gazzoli e l’emozione del primo Tour: «Partire dall’Italia stimolo ulteriore»

Il 25enne di Ospitaletto ha chiaro l’obiettivo: aiutare Cavendish che punta il record di Merckx
Michele Gazzoli in sella - Foto Instagram
Michele Gazzoli in sella - Foto Instagram
AA

«Sono molto emozionato». Non usa giri di parole Michele Gazzoli per descrivere il suo stato emotivo alla vigilia della partenza del Tour de France, il primo nella storia che prende il via dall’Italia, ma anche il primo al quale il ragazzo 25enne di Ospitaletto partecipa.

«Prendere parte alla più grande corsa a tappe del mondo con tutti i migliori corridori al via è un debutto sulle corse delle tre settimane che in fondo non mi aspettavo. Pensavo ad un esordio più morbido, invece parto subito col botto».

Momento

Dopo il buon ritorno alle corse in maglia Astana nella scorsa stagione con tre vittorie (al Giro di Norvegia e al Tour di Bulgaria), a seguito di una breve squalifica per un farmaco sbagliato utilizzato senza conoscerne la presenza di una sostanza vietata, in questa stagione il franciacortino ha avuto un andamento altalenante condizionato da una brutta caduta all’Attraverso le Fiandre che gli è costata la frattura della clavicola, cosa che gli ha compromesso la partecipazione alle classiche del Nord, suo obiettivo principale.

Rientrato in maggio, ha ottenuto un buon piazzamento nella prima tappa del Giro del Delfinato, poi ha affinato in altura la preparazione per il Tour. «Il mio compito per la corsa è chiaro come l’obiettivo principale dell’Astana: accompagnare Cavendish nel tentativo di ottenere la 35esima vittoria di tappa che gli consentirebbe di battere il record di Merckx e diventare il corridore più vincente della storia del Tour. Il mio compito sarà quello di far parte del treno per pilotare allo sprint il britannico».

Avete già individuato le tappe obiettivo? «La terza, da Piacenza a Torino, è buona per noi – spiega Gazzoli - perché dovrebbe concludersi allo sprint. Partire nel nostro Paese darà maggiore carica a noi italiani e in fondo anche a Cavendish che ha scelto di vivere da tempo proprio in Italia».

Gazzoli sarà uno degli otto azzurri al via della Grande Boucle, pochi e con poche possibilità di giocarsi le tappe. «Il mio ruolo è chiaro e definito. Raggiunto l’obiettivo per Cavendish, dovrebbe esserci la possibilità di ambire a qualcosa di personale anche se qui il livello è altissimo: vincere una tappa rappresenta già un’impresa». Ma in fondo sognare e avere ambizioni non costa nulla.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Sport

Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.