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Ciclismo in festa: buon compleanno ad Adorni, Hinault e Nibali

I tre assi del pedale di ieri e di oggi sono nati il 14 novembre rispettivamente di 83, 66 e 36 anni fa
Vincenzo Nibali, lo squalo dello Stretto, durante il Giro d'Italia 2020 - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Vincenzo Nibali, lo squalo dello Stretto, durante il Giro d'Italia 2020 - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Centottantacinque anni in tre. E un palmares da mettere in subbuglio l'Uci. Giri d'Italia, Tour de France, Mondiali, classicissime. Ci sono vittorie a non finire nella storia di tre leggende del ciclismo, che per un caso del destino compiono gli anni tutti lo stesso giorno. Oggi, vale a dire il 14 novembre, data che potrebbe assurgere a giorno di culto nel calendario per gli appassionati del pedale.

Certo a separarli ci sono un bel po' di anni, visto che parliamo di Vittorio Adorni, al traguardo degli 83 anni, di Bernard Hinault, 66, e di Vincenzo Nibali, che con i suoi 36 anni è il solo dei tre ad essere ancora in attività.

Adorni, classe 1937, fu vincitore del Giro d'Italia del 1965 e dei Mondiali di Imola del 1968, tornati di grande attualità in occasione dell'edizione 2020, disputata sempre ad Imola con il contributo di un ct azzurro quale Davide Cassani, che proprio vedendo Adorni vittorioso decise, ancora bambino, di darsi ai pedali. In quell'occasione, per inciso, sul podio con lui fu anche il bresciano Michele Dancelli, terzo. Al contempo, molti lo ricordano anche come apprezzato cronista Rai.

Hinault, invece, è un caso pressoché unico nella storia del ciclismo professionistico: solo lo spagnolo Alberto Contador, infatti, detiene oltre a lui il primato di aver vinto per due volte tutte le grandi gare a tappe: Tour de France (ne vinse ben cinque...: 1978, 1979, 1981, 1982 e 1985), Giro d'Italia (che fece suo tre volte, nel 1980, nel 1982 e nel 1985) e Vuelta a España (due edizioni conquistate).

Bernard Hinault al Giro d'Italia - Foto Rodella © www.giornaledibrescia.it
Bernard Hinault al Giro d'Italia - Foto Rodella © www.giornaledibrescia.it

Il campionissimo, nato nel 1954, vinse anche il campionato del mondo professionisti del 1980 una Parigi-Roubaix, due Giri di Lombardia e due Liegi-Bastogne-Liegi.

La vittoria di almeno un'edizione di tutti e tre i grandi giri (Francia, Italia e Spagna) accanto ad almeno due classiche monumento di un giorno è eccellenza che Hinault condivide con il terzo nato del giorno più felice per il ciclismo mondiale: Nibali. Lo «squalo dello Stretto», classe 1984, infatti, è stato re di Spagna nel 2010, dominatore della corsa rosa nel 2013 (che vinse proprio a Brescia) e nel 2016, e vincitore del Tour nel 2014. Accanto a questi successi, il messinese della Trek Segafredo può inoltre vantare due edizioni del Giro di Lombardia (2015 e 2017) e una Milano-Sanremo (2018).

Nibali con il ds dell'Astana, il bresciano Beppe Martinelli - © www.giornaledibrescia.it
Nibali con il ds dell'Astana, il bresciano Beppe Martinelli - © www.giornaledibrescia.it

Negli anni, il messinese ha avuto parecchio a che fare con Brescia: oltre alla vittoria del 2013 che lo vide levare al cielo il Trofeo Senza Fine nel cuore di Piazza Loggia, Nibali durante gli anni dell'Astana ebbe Beppe Martinelli da Lodetto di Rovato come direttore sportivo e alla Poliambulanza fu operato dopo l'infortunio rimediato alle Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016.

La stagione 2020, avviata nel segno di grandi aspettative, si è chiusa con un bilancio non proprio entusiasmante e polemiche spesso ingenerose nei confronti del siciliano. Che a 36 anni compiuti - oggi più che mai è il caso di dirlo - non le manda a dire a chi lo attacca: «Non è un'età tale che uno è da buttar via, nonostante quello che possono scrivere i leoni da tastiera». Insomma, tutto lascia pensare che avrà il tempo di aggiungere qualche altro successo alla già straordinaria carriera, così da rendere ancora più nobile il 14 novembre del ciclismo. 

Ma intanto, a tutti e tre, buon compleanno. Il fiato per soffiare su 185 candeline c'è da scommettere che lo troveranno.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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