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Chiude il Coni di Brescia

Il comitato olimpico ha avviato la riforma che porterà il 31 dicembre 2012 all'abolizione dei comitati provinciali
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Il Coni provinciale di Brescia chiuderà i battenti tra poco più di un anno. Per svuotare i cassetti e rescindere le utenze ci sarà tempo perché il 31 dicembre 2012 è ancora lontano. Questo è il momento delle considerazioni e della presa di coscienza che porteranno a chiudere.

Da tempo il presidente nazionale Gianni Petrucci parla di contenimento dei costi, ma pochi si aspettavano un'autoriforma così drastica, che dovrebbe portare ad un risparmio di circa 30 milioni di euro, ma anche allo smantellamento di tutti i comitati provinciali del Coni, circa un centinaio sul territorio, Brescia compresa.

I comitati provinciali sono in rivolta, si sono lamentati con il mondo della politica e con la Giunta nazionale formata dai 54 presidenti delle federazioni sportive che ha approvato la riforma. Petrucci è stato categorico: "Protestano? Pazienza, si va avanti".

La situazione a Brescia è  piuttosto complessa. Che fine farà il personale in esubero? L'addetto stampa lascerà l'incarico e i due tecnici che si occupavano dell'analisi e dell'approvazione dell'impiantistica interromperanno la loro collaborazione, ma a rischiare di più è il personale amministrativo che ha contratti a termine. I vertici nazionali assicurano che nessuno sarà lasciato a casa. Tutti verranno riciclati a livello regionale o nazionale.

Non così per per il presidente Ugo Razzetti che dal 1986 svolge l'incarico come volontario percependo solo un rimborso spese per gli spostamenti. Amareggiato per la situazione pare non essere intenzionato ad assumere l'incarico di delegato provinciale a Milano.

Nato in piena seconda guerra mondiale, vanta migliaia di atleti tesserati. La sede è nel cuore del centro sportivo San Filippo in via Bazoli. Tra 14 mesi resterà desolatamente vuota.

 

 

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