Cellino: «Basta scuse: con i giocatori ora ci penso io»
Cellino è tornato a Brescia. Il patron delle rondinelle è rientrato nella Leonessa da Miami ed è giunto alla sede della società di via Ferramola attorno alle 16.30. Un breve saluto ai cronisti presenti, ai quali si è limitato a raccontare che il suo è stato un viaggio pesante. Poi da quel momento il numero uno del Brescia Calcio è rimasto nella sede del club.
Un lungo pomeriggio di lavoro dunque all’antevigilia della sfida che vedrà sabato le rondinelle in campo al Rigamonti con la Salernitana e soprattutto dopo lo sfogo arrivato via sms solo ieri.
«Serve un po’ di elettricità». Questo l’ultimo sms da Miami. Un Brescia che il patron continua comunque a difendere sotto l’aspetto delle potenzialità, ma al quale continua a tirare le orecchie per quanto riguarda la mentalità, l’atteggiamento, la personalità, la fame di vittoria.
«La cosa che mi mortifica maggiormente - analizza il presidente - è proprio la poca "elettricità" che esprimiamo in società. E questo a cominciare dai magazzinieri per finire alle prestazioni in campo. È questo che devo riuscire a cambiare!».
Un’intenzione, quella di Cellino, che si mescola con il dovere di far capire questa priorità e il fastidio del non riuscire a comprendere il perchè questo messaggio, tutt’altro che subliminale, non arrivi chiaro e netto, non trovi una messa in pratica concreta: «Serve più autostima e più determinazione, smettendo di nascondersi dietro vecchie e comode consuetudini ed alibi preconfezionati! Troppo facile e comodo - continua spargendo qua là punti esclamativi - trovare alibi e giustificazioni per gli insuccessi! Sarebbe molto più semplice vincere e dedicarsi al serio lavoro ed impegno necessario. E questa cosa, nel mio nuovo club, non l’hanno ancora capita!».
Parole chiare, che alla domanda sul fatto se sia preoccupato o meno della situazione, trovano una risposta tanto immediata quanto, per un imprenditore sportivo «full time» come lui, scontata: «Per chi fa calcio, la parola "preoccupato", è una costante imprescindibile».
Sul dubbio che sia la qualità della rosa e non la mancata determinazione della stessa l’uovo di Colombo della questione, replica sicuro: «I valori ci sono, ma sono inespressi. In alto, come in basso», continuando la considerazione con l’assoluzione del tecnico con parole che suonano a fiducia nell’operato di Pasquale Marino: «Così facendo, si nascondono meglio, esponendo alle critiche l’allenatore e i vertici. Perchè la cosa che sanno fare meglio è proprio nascondersi. Purtroppo, sono abituati così...».
La chiosa chiude un’elucubrazione tecnica della quale è più che convinto, così come determinato a far mettere in pratica: «Ora sta a me farli cambiare sotto l’aspetto dell’approccio». Una promessa. Che, conoscendo la fermezza e la risolutezza dell’imprenditore sardo, farà di tutto per mantenere. Da quelle parti, come da queste, ogni promessa è debito. E da oggi con il suo rientro a Brescia le cose dovranno per forza cambiare. In un senso oppure in un altro. Parola di Cellino.
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