«Sognare non costa nulla, vorrei il mio Marocco campione del mondo»

«In Italia si dice sempre che sognare non costa nulla. E allora perché non immaginare il mio Marocco campione del mondo? Sarà difficilissima già la semifinale con la Francia, che per me resta razionalmente la favorita: ma se penso anche col cuore, allora spero che l’entusiasmo che abbiamo noi possa fare la differenza e portarci a compiere un’impresa». Omar El Kaddouri è reduce dai festeggiamenti per la vittoria nei quarti contro il Portogallo, «anche se in Grecia dove vivo (e dove tuttora gioca il classe 1990, ndr) la comunità marocchina non è molto nutrita. Ma ho visto che miei connazionali sono scesi in piazza un po’ in tutta Europa ed è stato bellissimo».
Tre stagioni al Brescia, di cui una da protagonista (2011-2012, 38 presente 7 gol), El Kaddouri è nato in Belgio da genitori marocchini e dopo aver giocato sia nell’Under 19 sia nell’Under 21 belga, ha deciso («Una scelta di testa e di cuore») di sposare la causa marocchina. E oggi da tifoso vede la sua Nazionale diventare la favola del Qatar. Anche se in fondo per lui non è del tutto una sorpresa.
Sensazioni

«Dire che mi aspettavo la semifinale sarebbe esagerato, ma sapevo che a questo Mondiale avremmo davvero potuto fare bene. Molti dei ragazzi giocano nei campionati top in Europa, il ct Regragui è bravissimo: già dalle amichevoli si intuiva che poteva nascere qualcosa di magico». Ecco allora il girone passato in carrozza, quindi le imprese sia agli ottavi sia ai quarti. «Il Marocco attacca, ma soprattutto difende bene e, se può, fa giocar male gli avversari. Ed è un modo di fare calcio che non si addice alla nostra Nazionale, non è nelle nostre corde: eppure abbiamo imparato a difenderci e a ripartire, unico modo vero per battere Spagna prima e Portogallo poi».
La differenza

In questo momento, secondo El Kaddouri, la fanno quei giocatori «che stanno maturando esperienza nei migliori campionati europei e riversano tutto nel gruppo. Ci sono una mentalità, una voglia di lottare, che in passato mancavano. E poi ripeto diamo merito a Regragui: quando giocavo in Nazionale era allenatore in seconda, per noi un mito essendo titolare nella finale di Coppa d’Africa del 2004 (persa con la Tunisia, ndr). Ha vinto nei club, è molto bravo tatticamente e sa gestire il gruppo».
Adesso però c’è la Francia, forse l’avversario più forte. «Se penso razionalmente al Mondiale resta la favorita per come gioca e per i campioni che schiera. Speriamo di avere tutte le pedine a disposizione, prevedo un match simile a quelli di ottavi e quarti. Loro sono micidiali se gli lasci solo un metro, ma so che il Marocco potrà far male in contropiede». Trovare per El Kaddouri gli uomini chiave non è facile, perché è la squadra ad avere qualcosa in più. Ma ci sono cinque pedine fondamentali. «Penso a Bounou e alle sue parate, a Sais e Amrabat, al sinistro di Ziyech che può far male a chiunque e a Boufal, giocatore tra i più forti al mondo quando va uno contro uno».
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