Calcio

Prandelli: «Ho il rimpianto di non aver mai allenato il Brescia»

Marco Zanetti
Il tecnico di Orzinuovi confessa: «Corioni mi cercò due volte, ma ero già d’accordo con altri club. Bisoli ha l’esperienza giusta per le rondinelle»
Cesare Prandelli, ex commissario tecnico della Nazionale - © www.giornaledibrescia.it
Cesare Prandelli, ex commissario tecnico della Nazionale - © www.giornaledibrescia.it
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Intervenuto davanti a tanti colleghi dell’Aiac di Brescia alla 4° edizione del «Calcio dei bresciani» tenutosi a Paderno Franciacorta, Cesare Prandelli ha speso anche alcune parole extra-convegno, spaziando dal Brescia alla Nazionale.

Il Brescia

Inevitabile allora aprire la chiacchierata con un parere sulla fresca firma di Pierpaolo Bisoli alla guida delle rondinelle: «Ha esperienza e sa come gestire l’ambiente – osserva il tecnico di Orzinuovi –. Gli auguro ovviamente il meglio e spero presto di rivedere la squadra in serie A».

Al contempo, c’è modo per tornare sul predecessore Rolando Maran: «La scorsa stagione con il suo approdo ha contribuito in breve a risolvere problemi e risalire la classifica – ricorda Prandelli –. Così la buona partenza nel campionato in corso sembrava aver dato la giusta impronta per stare in alto. Non so cos’abbia poi incrinato la magia: si dovrebbe vivere quotidianamente lo spogliatoio per conoscere le esatte dinamiche. Da quello che mi dicono gli amici, mancano comunque delle alternative valide ai titolarissimi».

Rimpianto

Badando invece alla sfera personale, colui che ha collezionato quasi 700 panchine nelle varie esperienze con Lecce, Verona, Venezia, Parma, Galatasaray, Valencia, Al-Nasr, Genoa e Fiorentina, pone l’accento su una casella che gli sarebbe piaciuto riempire: «Guardandomi indietro, a 67 anni ho il cruccio di non essermi messo alla guida del Brescia – confida Prandelli –. In verità il presidente Corioni mi ha cercato in due occasioni, ma non si sono create le condizioni per suggellare il matrimonio: in entrambi i casi avevo già chiuso gli accordi con altri club».

Nazionale

Al contrario, può vantare il prestigio di essere stato il ct della Nazionale. E nel quadriennio in questione, quello tra il 2010 e il 2014, ha ancora oggi un peso (negativo) la finale persa agli Europei del 2012: «Non avevamo programmato l’avventura nei minimi dettagli – ammette –. Sì, quello fu un grande errore che, tra logistica e vari contrattempi evitabili, rovinò la prestazione nella gara per il titolo persa con la Spagna». E proprio in quella spedizione, oltre a Pirlo, c’era anche Mario Balotelli: «L’ho sempre considerato e lo considero un ragazzo buono - puntualizza uno dei suoi principali mentori -. Felice sia di nuovo in serie A, mi piacerebbe potesse scrivere una bella favola per chiudere la carriera».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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