Partita finita al Rigamonti, è retrocessione: il Brescia è in serie C
Trentotto anni dopo, il Brescia torna in serie C. È la notte più buia, nonché l’epilogo peggiore per le rondinelle, costrette ad assistere all’invasione di campo furibonda di alcuni tifosi presenti in Curva Nord ancor prima che il direttore di gara decretasse la fine del match. Finisce 1-1 al Rigamonti: al vantaggio di Dimitri Bisoli ha risposto, in pieno recupero, Andrea Meroni.
La partita
L’assetto del Cosenza è progettato per un contenimento a oltranza: la squadra di Viali imposta a tre in difesa, ma l’impianto base è un 4-1-4-1 con Venturi leggermente più avanzato rispetto al quartetto. L’undici del Brescia ricalca quello dell’andata: l’unica variazione, obbligata, è l’innesto al centro di Adorni, con conseguente dirottamento sulla sinistra di Mangraviti per tamponare l’assenza di Huard.
La trama del primo tempo è piatta, viaggia su binari prefabbricati e favorevoli ai calabresi, che davanti non pungono mai, ma assorbono l’urto biancazzurro con una compattezza inscalfibile. Fino all’intervallo, di fatto, il Brescia imbastisce una sola occasione da gol: è il 19’ quando Listkowski scocca un dardo velenoso dalla trequarti, trovando la risposta scricchiolante di Micai. Sulla ribattuta in estirada Rodriguez manda fuori, ma a quel punto l’assistente l’aveva già pizzicato - correttamente - in offside. Il resto della frazione è un monologo sterile delle rondinelle, innervosite dalle sistematiche perdite di tempo degli avversari e troppo prevedibili nell’ultimo segmento di campo.
Secondo tempo
Come nell’ultimo incrocio in campionato, il cambio di passo del Brescia si produce subito dopo l’intervallo. Gli ingressi di Bianchi e Van de Looi (59’) fluidificano lo sviluppo e al 66’ l’olandese coglie il montante con una gran conclusione dai venticinque metri. La tessera mancante è l’entrata in scena di Galazzi, che avviene al 67’. Sette minuti più tardi, è proprio l’ex Venezia a ispirare l’azione del vantaggio: imbucata per Rodriguez, che svernicia il marcatore e offre sul secondo palo per Bisoli, che fulmina Micai con un destro tagliente. Il Rigamonti torna a traboccare di passione, l’inerzia mentale si rovescia in un baleno.
Prima dello scadere del tempo regolamentare c’è spazio per un’ultima enorme chance per il Brescia: la spizzata di Bisoli su un corner battuto all’87’ arma il destro di Bianchi, che gira in volée nell’area piccola, trovando sulla sua strada l’opposizione miracolosa (con dose abbondante di fortuna) di Micai.
Le proteste
Il dramma si consuma nell’extra-time: quando i supplementari sembrano un porto d’approdo ormai inevitabile, Meroni trova la deviazione vincente di testa su calcio di punizione nel quinto minuto di recupero. Il Brescia, atterrito, cerca disperatamente un’ultima offensiva, interrotta dal lancio di fumogeni della Curva Nord bresciana. Da lì in poi si scatena il caos: una porzione del settore invade il campo, costringendo le forze dell’ordine, in tenuta antisommossa, a formare un cordone. Dopo oltre venti minuti di attesa, Massa è costretto a decretare la fine del match: il Brescia saluta il campionato cadetto con una delle fotografie peggiori offerte nella propria storia.
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