Brescia, 405’ senza segnare un gol: ora la classifica è horror

Torre di controllo aiuto: il Brescia sta finendo l’aria dentro il serbatoio. Eccolo: l’impatto con i play out. Dai quali il Brescia è fuori solo perché con Samp e Südtirol è avanti negli scontri diretti. Ma quel punticino di vantaggio che serviva a galleggiare, a tenersi su, non c’è più. C’è invece un nuovo psicodramma col quale fare i conti senza farsi sconti. La crisi, da grigio scuro, è diventata nerissima. Con un dato su tutti – 405’ senza segnare un gol – che da solo racconta tutto. Il resto, è invece tutto in un fallo inutile, quanto ingenuo, quanto imperdonabile di Ante Juric (era in campo da meno di 5 minuti), ai danni di Ceccaroni che lo aveva anticipato: niente di meglio che scalciare scioccamente… Rigore inevitabile. Dal dischetto Pohjanpalo non perdona un Lezzerini che fino a lì, tolto un pasticcio (che ha portato a una punizione e a due in area) in avvio di gara, aveva parato pure il cielo cupo.

Momento
Il fattaccio è accaduto al 42’ della ripresa di una partita che il Palermo alla fine ha meritato di vincere, ma che il Brescia, in qualche modo, stava riuscendo a tenere sullo 0-0. Frutto di una di quelle cose incredibili che accadono nel calcio: pur sottoposto a un tiro al bersaglio, pur essendo incapace di prodursi anche solo in una occasione da rete, il Brescia è stato a tanto così dal portarsi a casa un punto che non avrebbe fatto solo morale, ma anche – a questo punto – classifica.
Difficoltà
Come detto, il Palermo non ha rubato nulla. Anzi. E se la partita è rimasta bloccata fino agli sgoccioli, è oggettivamente stato più per demerito dei rosanero che non per merito del Brescia. Specie in un primo tempo in cui la squadra di Dionisi ha tramortito Bisoli e compagni attraverso una pressione asfissiante, aggressività mai vista e qualità. Di fronte, pulcini impauriti che hanno difeso in qualche modo (a tratti anche a sei dietro con D’Andrea e Nuamah difensori aggiunti) e attaccato ancor peggio. Borrelli, marcato senza scrupoli e lasciato totalmente solo anche in quadro tattico penalizzante, difficile anche da comprendere, è stato l’emblema della tristezza. Un Pierrot.
Sensazione
Quella generale di impotenza, è rimasta anche con il passare dei minuti quando la presa del Palermo (grande occasione di testa con Pohjanpalo, ottimo Lezzerini) si è man mano allentata. La notizia a quel punto era quella di una partita ancora giocabile. Forse proprio facendosi forza su ciò, il Brescia si è presentato meglio nella ripresa. Un poco più convinto e disteso. Un qualcosa di cui non è possibile accontentarsi. Anche perché nonostante un piglio migliore, non c’è stato modo di solleticare, nemmeno per sbaglio, Audero.
Il tutto mentre nell’altra area Lezzerini teneva a bada chicchessia. Dalla panchina Maran ha poi pescato, destando non poche perplessità, Juric (al posto di Borrelli...). Della performance del croato abbiamo già detto, così come della trasformazione dal dischetto di Pohjanpalo sulla cui conclusione Lezzerini ha solo intuito. E adesso che si fa? Coraggio, ci vuole coraggio. E adesso anche fede. Che pochezza.
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