L’Ospitaletto che gode ha due teste e un’anima: «Trionfo in sinergia»

Il giorno dopo è ancora più bello. Quando l’emozione si attenua e l’incontenibile gioia – dopo una festa durata fino all’alba – lascia spazio alla lucidità, si comprende davvero la portata di un’impresa destinata a entrare nella storia. A Ospitaletto, dove una promozione in Serie C mancava da 27 anni, il traguardo è stato finalmente raggiunto.
Una favola costruita con pazienza, lavoro e sacrifici, resa possibile dalla perfetta sinergia tra il presidente Giuseppe Taini e il presidente onorario Sandro Musso. Non erano in molti a scommettere nella buona riuscita di una collaborazione tra due personaggi molto diversi tra loro e accomunati dal fatto di avere una grande personalità.
E invece, la «doppia presidenza» si è rivelata vincente. Oltre ogni più rosea aspettativa anche da parte dei due diretti interessati. La chiave è stata quella «del rispetto totale e reciproco dei ruoli».
Le sensazioni
«Da due anni collaboro con Sandro – dice Taini –: tra noi è nato un rapporto splendido, sia sul piano professionale sia personale. Siamo perfettamente complementari: io porto una visione più aziendalistica della gestione, occupandomi degli sponsor, dell’organizzazione societaria e del funzionamento della macchina, sempre nel rispetto dei ruoli. Sandro, invece, ha una passione travolgente: dopo aver costruito la squadra con Paolo, l’ha seguita giorno dopo giorno come fosse una sua creatura. Questa sinergia ha funzionato alla perfezione e sono certo continuerà a darci grandi soddisfazioni anche in futuro».
Il rispetto dei ruoli, appunto, è un valore imprescindibile anche per Sandro Musso. «Alla base di tutto – ha sottolineato – c’è un principio: circondarsi di poche persone affidabili, con cui condividere la stessa filosofia da trasmettere al gruppo. Con Taini è stato semplice: entrambi abbiamo ben chiaro il nostro compito. Io non ho mai invaso il suo campo e lui non ha mai invaso il mio. Questo, per me, è il segno di persone intelligenti. Vengo da un mondo esterno al calcio dilettantistico e forse chi non mi conosce si era fatto un’idea diversa di me. In realtà, quando incontro persone intelligenti e capaci come Taini, collaborare diventa naturale. Lui si è dimostrato una persona eccezionale. Mi chiedono spesso perché ogni anno festeggio: la risposta è semplice, tutto parte da presupposti solidi. Lavoro, spirito di gruppo autentico e capacità di mettere ciascuno nella posizione giusta. Senza questi elementi, non si va da nessuna parte».
Considerazioni
La carriera di Sandro Musso parla chiaro: successi a Rezzato, Castiglione, Castegnato e ora a Ospitaletto. «In realtà in pochi sanno che ho vinto anche a Palazzolo – ha precisato –. Come in pochi conoscono un episodio che mi ha ricordato Bakayoko durante la festa: quando venne a trovarci, prima ancora di parlare del lato economico, uscimmo a cena e parlammo di tutto fuorché di calcio. Alla fine mi disse: “che squadra sarà? Io voglio vincere". Gli risposi: "io gioco solo per vincere". Quel dettaglio me lo ha ricordato lui stesso e racconta bene il nostro spirito: serietà, umiltà, voglia di primeggiare».
A rendere questo percorso ancora più speciale è anche l’orgoglio di vedere crescere chi lavora dietro le quinte. «Sono obbligato a fare i complimenti a mio figlio Paolo per il lavoro svolto quest’anno – ha aggiunto Musso –. Abbiamo vinto tanto insieme, ma questo successo ha un sapore ancora più intenso: è il frutto di intuizioni, scelte coraggiose e una crescita professionale continua».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.