Mateju: « Brescia sereno in trasferta, in casa siamo più nervosi»
È servito arrivare a un passo dalle cento partite con la maglia del Brescia per averlo «faccia a faccia»: alla vigilia del traguardo a tre cifre in biancazzurro, Ales Mateju si è così concesso ai microfoni dei cronisti a Torbole Casaglia regalando spunti non banali e un interessante punto di vista sul rendimento casalingo asfittico delle rondinelle. Non prima di un veloce excursus sul suo vissuto bresciano: «È la mia quarta stagione qui, sono contento. Sono arrivato con fiducia anche se l’ambientamento non è stato facile, visto che insieme a me come straniero c’era solo Spalek. Abbiamo vinto subito un campionato, giocato in una A molto difficile, e ora dobbiamo pensare solo a giocare per tornare in serie A».
Molte volte Mateju, soprattutto il primo anno, è finito sotto l’occhio della critica, spesso additato come «anello debole» del reparto arretrato: «Le critiche non mi interessano, devo pensare al campo, agli allenamenti. Sono concentrato sul Brescia e voglio dare sempre il massimo per questa maglia». Delle fin qui 99 apparizioni in biancazzurro, Mateju ha giocato 37 volte da terzino destro, 35 sulla fascia opposta ma anche 24 volte da difensore centrale: una duttilità e disponibilità che l’hanno reso un jolly insostituibile per tutti i tecnici che si sono succeduti sulla panchina del Brescia. «Per me è indifferente la posizione in campo, mi importa solo giocare e dare il mio contributo. Così come gli allenatori: da ognuno di quelli che ho conosciuto qui ho appreso qualcosa di importante, però al di là dei tecnici a me interessa solo il Brescia».
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Di fatto è uno dei senatori della squadra: mai pensato di rimanere a lungo? «Il mio contratto scade il prossimo giugno. Ora mancano tre partite alla fine del 2021, poi a gennaio vediamo cosa succede». Domenica si torna a giocare al Rigamonti e fare punti pesanti in casa comincia ad essere un cruccio importante nello spogliatoio: «Mancano tanto, sì. Perché in trasferta giochiamo bene mentre in casa secondo me siamo nervosi, poco tranquilli. Perché? Non lo so, bella domanda. Non sappiamo spiegarcelo, però dobbiamo cercare di essere più sereni e giocare più aggressivi. In trasferta ci riesce meglio, come se ci fosse più voglia di vincere. Probabilmente in casa sentiamo più la responsabilità di esprimerci davanti i nostri tifosi. Però mi unisco alle parole del mister che ha chiesto ai bresciani di venire allo stadio domenica, perché il calcio è per la gente e noi non dobbiamo e non vogliamo deluderli».
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