Joronen pronto a fare il suo ingresso nel club dei centenari
La cifra tonda è lì, a un passo. Cento presenze rappresentano un bel traguardo, a maggior ragione se messe insieme in due stagioni e tre quarti per lunghi tratti travagliate tra vicissitudini di squadra e personali: un imprevedibile roller coaster di risultati e umori. Jesse Joronen può entrare nel club dei centenari del Brescia domenica, nel giorno del (nuovo) esordio di Corini, l'uomo che in un'afosa serata di fine agosto di quasi tre anni fa gli regalò il sogno dell'esordio in Serie A in un blitz a Cagliari che inaugurò una stagione nata sotto i migliori auspici, e poi deragliata in corso d'opera. Mai in discussione lo status da titolare (Jesse chiuse l’annata di A come miglior portiere europeo per rendimento), nemmeno lo scorso anno, concluso con la bellezza di 52 reti incassate, appena 7 in meno rispetto al burrascoso battesimo di fuoco in A.
Un'enormità, anche tenendo conto che nel 19/20 il finlandese dovette saltare qualche gara in più per infortunio. Quest'anno il trend è cambiato: i gol subiti in campionato, su un totale di 30 gettoni, sono 29. La proiezione da qui al termine della regular season è di 36: per rendere l'idea, l'Empoli dominatore della scorsa stagione in cadetteria finì con 35 gol incassati. Considerazioni che hanno valore squisitamente statistico, ma che rafforzano l'impressione che sotto questo profilo il vento sia cambiato. Anche se ultimamente, in concomitanza di un nuovo passo indietro della squadra a livello difensivo dopo vistosi miglioramenti, anche il rendimento di Jesse è stato al di sotto degli abituali standard.
Nemmeno lui come molti è stato recentemente brillantissimo. Il rigore parato a Lignano - 8 in tutto quelli neutralizzati dal quasi «centenario» col Brescia - per citare l'esempio più recente, ha attenutato la grossa indecisione sul tiro di Cambiaghi che aveva portato all’1-1. Corini, ad ogni modo, attende Joronen di rientro dalla Nazionale a braccia aperte: anche per Jesse, domenica, può iniziare un nuovo campionato. Quanto al futuro, il braccio di ferro estivo con Cellino ha lasciato il segno. Il portiere avrebbe voluto una nuova esperienza e la rottura si consumò di fronte all’opposizione ferma a una sua partenza.
In quel periodo Jesse era inoltre in forte difficoltà personale per via della malattia del padre che poi morì: Joronen si assentò forzando anche i tempi del permesso che gli fu concesso e il Brescia lo segnò assente ingiustificato. Joronen, che chi ben lo conosce descrive a ogni modo come tra i più attaccati alla causa, ne soffrì. Per ora almeno, di rinnovo non si parla anche se il Brescia ha un’opzione di rinnovo unilaterale biennale.
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