Calcio

Intermezzo di Coppa Italia: il Brescia cerca slancio per regalare un sogno

Alle 15 al «Picco» la gara secca con lo Spezia: in palio l’ottavo di finale contro l’Atalanta
Pep Clotet - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Pep Clotet - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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Impiccio o opportunità? È la solita immancabile domanda tormentone che fa capolino quando l’oggetto diventa la Coppa Italia. Una risposta in termini assoluti non esiste e non può esistere. È tutto relativo: al momento, alla condizione, alle aspettative e alla percezione. Se prendiamo in esame questi quattro «parametri», nel caso specifico del Brescia siamo portati ad accendere la risposta due: la partita di oggi alle 15 (diretta tv su Italia 1, diretta testuale su giornaledibrescia.it) allo stadio «Picco» contro lo Spezia è da considerare come un’opportunità da provare a cogliere. Per diversi motivi. A partire dai punti che riguardano l’aspettativa, o per meglio dire il desiderio, e la percezione.

«Per noi sarà una finale» ha enfaticamente detto Pep Clotet che, dopo un pit stop forzato causa influenza, è potuto tornare anche fisicamente alla testa dei suoi ragazzi. La frase, non è retorica nella bocca di un allenatore che già in tempi non sospetti aveva esplicitato il suo stupore per come la Coppa Italia sia pressoché snobbata (almeno fino a che, a chi arriva in finale, non serva per salvare o confezionare ancora meglio una stagione).

A maggior ragione, il metaforico urlo accompagnatorio sulla strada per la Spezia, suona come un messaggio carico di speranza per i circa 300 bresciani che oggi saranno sugli spalti in Liguria e che si sono presi una giornata di ferie per spingere la squadra a esaudire un loro desiderio: affrontare l’Atalanta agli ottavi di finale. E la strettoia di Coppa Italia, è l’unica via da provare a percorrere per provare a regalarsi la vecchia ebbrezza del vero derby.

I presupposti

C’è la cultura calcistica dell’allenatore, c’è la componente emotiva dei tifosi. Ma quel «per noi sarà una finale» vale anche come implicito messaggio sulla voglia di reazione e di una rimessa in carreggiata di una squadra che per diversi aspetti da dopo la sosta ha smarrito un filo. C’è bisogno di dare e darsi alcune risposte per dimostrare, e anche dirsi, che eventualmente è solo un momento. Che c’è solo bisogno di riordinare le idee e che è tutto fisiologico. Bisogni e volontà che prescindono da quello che poi sarà il risultato finale che non è (quasi) mai il problema così come le analisi dei giorni scorsi prescindevano dai risultati: c’è semplicemente voglia di ritrovare un Brescia da combattimento con tutto il suo tasso di capacità di trascinare e suscitare emozioni con i primi sussulti che vennero regalati proprio in occasione dell’esordio in Coppa Italia col Pisa: quel 4-1 fece vibrare i cuori.

Animo, coraggio, spensierati come quel giorno di agosto allora, per andare a misurarsi contro una squadra di serie A (non è da dimenticare questo gap anche se il Brescia già due volte in passato è riuscito a vestire i panni dell’underdog sbarazzandosi nel 2004 e nel 2005 di Cagliari e Chievo che erano nella massima serie) che però si arriva ad affrontare in una settimana importantissima per la squadra di Gotti, che domenica ha affrontato lo scontro diretto con la Cremonese e che nel fine settimana ne avrà un altro con la Salernitana. Ergo, precedenza al campionato coi liguri oggi rimaneggiatissimi e quasi «irriconscibili» rispetto all’assetto base.

Scelte

Ma rimaneggiato sarà anche il Brescia nel quale il compito di giocare «la finale» sarà perlopiù affidato a giocatori che per vari motivi fino a qui hanno giocato meno e che hanno quindi l’occasione (torniamo al concetto iniziale di opportunità) di far sapere che sì, anche loro ci possono stare per un ruolo da protagonisti: lecito allora oggi aspettarsi fame e freschezza in un intermezzo di Coppa da assaggiare.

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