Imu sullo stadio, nessun accordo e il Brescia non ci sta
La fumata è nera. Il dialogo tra club calcistico e amministrazione comunale sui contributi relativi allo stadio Rigamonti non ha portato ad una soluzione condivisa. E ora al Brescia non resta che pagare. É la stessa società di Massimo Cellino ad annunciarlo.
«Nonostante un folto contraddittorio con il Comune, sono stati notificati avvisi di accertamento per Tasi 2019 e per Imu (in questo caso con riferimento alle annualità dal 2019 al 2023) per un ammontare di 776.947 euro». Un conto salato che il patron delle rondinelle non riesce ad accettare. Lo ha già esternato pubblicamente in più occasioni, lo ha fatto mettere nero su bianco ai suoi legali e Cellino lo ha detto personalmente anche al sindaco Laura Castelletti.
Lo sfogo
«Si tratta di richiesta del tutto infondata e comunque singolare» scrive il club in una nota. Ed entra nel dettaglio: «Come già rappresentato al Comune nel corso del procedimento non si comprende come mai una tale richiesta (che dovrebbe trovare fondamento in una disposizione che esiste fin dal 2011) venga avanzata soltanto oggi nei confronti dell’attuale proprietà senza che mai, prima dell’acquisto del 2017 ad opera del presidente Cellino (e cioè nel periodo 2011-2017), identica richiesta fosse mai stata formalizzata verso i precedenti proprietari» sottolinea il Brescia calcio.
Che, citando una sentenza del Tar Campania datata settembre 2022, aggiunge: «Pacifica è la giurisprudenza tributaria circa la non debenza del tributo allorché si tratti di bene appartenente al patrimonio indisponibile del Comune e nessuno potrà dubitare che uno stadio sia un bene appartenente al patrimonio indisponibile dell’Amministrazione comunale».
Quando lo stesso Cellico svelò pubblicamente la richiesta da quasi 800mila euro avanzata dalla Loggia per gli arretrati di Tasi e Imu, il Comune aveva replicato che «la società Brescia Calcio ha preso in concessione lo stadio Rigamonti con atto del 19/12/2019, non è stato stipulato quindi un contratto di locazione. In quanto concessionario, il Brescia Calcio è tenuto al pagamento dell’imposta come previsto dalla legge. Precedentemente all’atto di concessione del 2019, il rapporto tra le parti era sottoposto a una diversa regolamentazione, in forza della quale il pagamento dell’Imu non era dovuto».
Battaglia legale
Partita chiusa? Cellino non ha alcuna intenzione di mettere la parola fine e annuncia una battaglia legale come già fatto in passato per risolvere un altro braccio di ferro con il Comune. «Come Brescia calcio siamo costretti a rivolgerci ad ogni sede giurisdizionale competente così come, nostro malgrado, abbiamo già dovuto fare allorché il Comune di Brescia ha preteso di addebitarle il costo dei servizi espletati dal personale della Polizia Locale durante le gare casalinghe nonostante tali servizi fossero stati disposti dal Gruppo Operativo Sicurezza della Questura di Brescia e nonostante che questi fossero stati espressamente qualificati servizi di ordine pubblico».
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