Il Brescia non rompe il digiuno di vittorie: finisce 1-1 con il Palermo
Termina in pareggio l’esordio sulla panchina del Brescia di Alfredo Aglietti. Le rondinelle non rompono il digiuno di vittorie e, nell’ultima gara dell’anno, non vanno oltre l’1-1 in casa contro il Palermo: al vantaggio di Galazzi, siglato al 50’, ha risposto a stretto giro di posta Segre.
Sullo sfondo del primo tempo si staglia la gestione rivedibile dell’arbitro Mariani, in difficoltà in qualche lettura che contribuisce ad alzare la temperatura al Rigamonti.
A fare la partita è la squadra di Aglietti: scelta deliberata degli ospiti, che si chiudono a testuggine e cercano di affondare il colpo in transizione. Il piano di Corini, però, non ingrana: l’unico pericolo abbozzato dalle parti di Lezzerini è un colpo di testa centrale di Marconi, viziato peraltro da un probabile fallo su Ndoj. Il Brescia costruisce, con pazienza, e sfiora il vantaggio al 24’ con Bianchi, imbeccato da una bella palla-laser di Van de Looi: ben eseguito il taglio dell’ex Genoa, che però impatta male e grazia Pigliacelli. Il resto della frazione è un monologo biancazzurro, con radi sprazzi rosanero, ma la tenuta stagna della fase di non possesso dei siciliani contiene efficacemente i danni.
In avvio di ripresa il botta e risposta che stappa la gara: il Brescia vidima il vantaggio al 50’ sull’asse Ndoj-Galazzi, con l’ex Triestina in veste di finalizzatore con un sinistro che fa breccia tra le gambe di Pigliacelli (colpevole) e sblocca il punteggio. Da una topica di un portiere ad un’altra: due minuti più tardi Di Mariano svetta su un cross arcuato di Broh e pesca sul primo palo Segre, che anticipa Lezzerini (eufemisticamente poco reattivo) e firma l’1-1. Tutto da rifare: sull’onda lunga del pari il Palermo bussa un paio di volte alla porta bresciana, ma è Van de Looi a produrre il pericolo di maggior rilievo di quel segmento di partita con un mancino dal limite che sfuma a lato per centimetri.
Aglietti attinge a tutte le risorse a disposizione: entrano, in successione, Garofalo, Benali, Olzer e Nuamah. Cambiano gli interpreti, non la sostanza: i ragazzi di Corini lasciano il pallino agli avversari, ai quali mancano mordente e qualità nell’ultima giocata. Finisce 1-1: per Aglietti, la cui ultima vittoria ad una «prima» in panchina risale al febbraio del 2014, prosegue il tabù degli esordi.
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