Calcio

Il Brescia è un vero rompicapo: gennaio sarà il mese della verità

Mentre Cellino è in stand by da presidente crescono gli interrogativi e il mercato sarà più che mai decisivo
Massimo Cellino - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Massimo Cellino - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Le solite tempeste, più o meno pilotate, alle quali seguono le solite parole. Vita da Brescia, stritolato in un ciclo ripetitivo di dinamiche che come ricaduta hanno un effetto negativo su un ambiente nel quale vivere nel malessere e nella quotidiana precarietà è la regola.

Posta da un Massimo Cellino abituato a vivere al limite: solo che quando pensi che il limite sia raggiunto, l’asticella si sposta sempre un po’ più in là. È così da sempre (che non è una giustificazione, solo un dato di fatto) e così sarà. Solo che stavolta c’è in ballo un po’ più di sempre: tipo il futuro del Brescia. E quella che sta andando in scena da lunedì è una partita a scacchi non priva di rischi e certamente zeppa di interrogativi, tra il patròn del Brescia e il tribunale.

Sullo scacchiere, c’è lo snodo delle responsabilità e l’essenziale - vale a dire la strategia che ha portato a questa situazione - è visibile solo ai pensieri di un patròn che da Londra medita sul da farsi rispetto all’abile «giocata» del consiglio d’amministrazione che, seguendo un inatteso piano partita, gli ha chiesto di restare presidente. Decisivo sarà il rendez vous con il consigliere Stefano Midolo che insieme a Luigi Micheli è stato incaricato di sondare la disponibilità dell’imprenditore sardo a tornare sui propri passi.

Ma se Micheli è uomo di Cellino, è quella di Midolo la figura chiave essendo il professionista un emissario del tribunale che il proprietario del Brescia ha inteso coinvolgere pubblicamente accendendo un faro sul ruolo attivo degli organi giudiziari nella gestione della società. Sullo sfondo poi c’è la figura di un altro professionista, Pierangelo Seri, custode delle azioni della Eleonora Immobiliare col quale non c’è sintonia, ma che molto difficilmente non sarà direttamente coinvolto sulla vita del Brescia.

Rebus

Che a oggi è un rompicapo. Se martedì 29 il nuovo Cda sancirà il dentro o fuori di Cellino (e se fosse fuori, sarebbe caos), sarà gennaio il mese della verità. Un gennaio sul quale il Brescia è già in ritardo nell’impostazione del mercato. Con giocatori come Cistana e Moreo (caso a sé, per nulla edificante, la vicenda Bertagnoli) che questa volta, in caso di offerte, si potrebbe dover sacrificare sull’altare di conti bloccati dal maxi sequestro, in modo da creare un tesoretto per impostare la stagione successiva.

Ma chi eventualmente si assumerà la responsabilità di cedere - mettendo a repentaglio il conseguimento del risultato sportivo - o non cedere i pezzi pregiati? Non aiuta poi il fatto che l’udienza in Cassazione contro il sequestro si terrà il 27 gennaio (a 4 giorni dalla fine del mercato e la sentenza non arriverà a breve) e che il 30 inizi il processo per la vicenda Torbole.

È aperto anche il fronte (Cellino si sta muovendo) della ricerca di potenziali compratori (ma chi si aspetta che basti aprire a una cessione per veder arrivare un cavaliere bianco?) con la dismissione che resterebbe l’unica via per Cellino (ma chi può escludere abbia un asso nella manica?) se la vicenda giudiziaria che lo riguarda non si sbloccasse. Mancano tanti tasselli e, per l’ennesima volta, manca chiarezza.

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