Il Brescia è in serie B, dopo un'attesa infinita e fake news

È finita con un avvocato del Brescia che in tenuta da casa bermuda e t-shirt si è catapultato a Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato, a verificare ciò che non poteva minimamente essere vero e cioè che il ricorso della Reggina era stato accolto con conseguente riammissione in B per gli amaranto e campionato di serie C ad attendere il Brescia.
Adesso ci si può anche ridere su e il pomeriggio del 30 agosto 2023 entrerà nel libro dei ricordi, ma l’esito più scontato di questo mondo - ovvero Reggina cancellata (col dispiacere dovuto per la piazza) dal calcio pro e rondinelle di nuovo cadette per la 65esima volta nella storia -, un esito che era già certissimo dalla nottata tra martedì e ieri, c’è stato chi ha tentato di «nasconderlo» e di far credere che potesse essere diverso fino alla fine agitando fantasmi e fake news - con tanto di sentenze fasulle modificate ad arte - che con la superficialità e la viralità dell’universo web-social, hanno facilmente attecchito. Con anche l’aiutino di pasticci di cancelleria, malfunzionamento dei server della giustizia amministrativa e un ritardo nel deposito della sentenza vera. E inconfutabile. E non più impugnabile.
La schermata falsa
Ci è voluto del sangue freddo per non cadere nella trappola di una schermata che replicava fedelmente la homepage del sito del Consiglio di Stato sezione provvedimenti e che ne riportava uno nel quale la Reggina - e dalla Calabria per tutto il giorno ci sono state azioni di disturbo mediatiche - risultava vincitrice. Una schermata rimbalzata sul telefono di uno dei legali del Brescia mentre nel frattempo anche in rete aveva preso a circolare assumendo i crismi della verità. Negli uffici della sede ci sono stati una ventina di minuti di panico in cui si è arrivati a pensare alla classica «manina».
Ma è durato molto poco perché nel frattempo l’avvocato precipitatosi a Palazzo Spada verificava che tutto in effetti era andato come era già stato loro abbondantemente anticipato e contestualmente arrivava la notifica via pec al Brescia della sentenza di quinta e definitiva bocciatura della Reggina. Pochi minuti ancora ed ecco la sentenza comparire in rete anche per il pubblico.
Cos'è successo
Panico, pathos, attimi di vita rubati all’ultimo atto di mesi allucinanti dai quali le istituzioni calcistiche escono malissimo: da vergognarsi (spoiler: non accadrà). Ma non poteva davvero essere perché come detto c’erano tutti i riscontri, già da molte ore sul buon esito di una battaglia legale iniziata sottotraccia da sei mesi.
Intanto, già nelle prime ore del mattino il Brescia aveva ricevuto l’investitura informale di ritorno in serie B con la conferma della prima partita da giocare già domenica e con l’altra conferma, quella del prolungamento del mercato. Inoltre, il Parma aveva ricevuto da Di Chiara (che già da giorni aveva l’accordo con i ducali) di essere in viaggio da Reggio Calabria perché lui e i suoi compagni sotto contratto con la Reggina avevano ricevuto la comunicazione di ritenersi svincolati.
Insomma: era già ufficiale perché la sentenza era già pronta dalla giornata precedente. E dentro i ritardi nelle comunicazioni, c’è stato chi ci ha giocato dentro. L’esito della lunghissima battaglia legale in solitaria è stato sofferto proprio come una promozione. Quale questa effettivamente è, seppure a tavolino.
E ora? Il Brescia deve inseguire un’altra promozione: quella del ritorno alla credibilità sportiva oltre che economica. Tutto è Bene quel che finisce Bene. Ma adesso deve - deve - iniziare un’altra storia. Questo è il Brescia.
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