Gol subiti, il record che il Brescia condivide con il Cosenza

Il Brescia ha fatto tredici, ma c’è poco da rallegrarsi. Tredici sono infatti i gol subiti negli ultimi minuti dei vari match, per la precisione dal 76esimo al triplice fischio. Un record (negativo) per la cadetteria che le rondinelle condividono solo con il fanalino di coda Cosenza – tra l’altro, il prossimo avversario delle rondinelle sabato al San Vito-Marulla – con i calabresi ad avere incassato in quel quarto d’ora finale più recupero lo stesso numero di reti.
Oltre il novantesimo
Con un distinguo che ai biancazzurri fa storcere ancor più il naso perché di quelle 13 segnature incassate, ben 5 (contro le 3 dei cosentini e tante quante il Palermo) sono arrivate dopo il 90esimo, condizione questa che ha fatto sì, per gli uomini di Maran, che non ci fosse praticamente più tempo per rimediare.
Perché il dato nel dato è quello che fa ancor più male: ben 4 di quelle cinque reti prese nell'extra time sono state decisive ai termini del risultato perché hanno determinato una sconfitta. Quattro punti lasciati sull’erba nel recupero che hanno visto il Brescia patire tale delusione (e i tifosi tale amarezza) due volte con il Catanzaro, una con il Cosenza e l’ultima, in ordine cronologico, con il Mantova sabato scorso.
Gli episodi
Con i giallorossi calabresi, il killer di Bisoli e compagni è sempre stato lo stesso, il centrale difensivo Federico Bonini, che prima al Ceravolo ha incornato in rete al 98esimo il 2-1 che ha causato l’esonero di Rolando Maran, poi ha replicato al ritorno la zuccata vincente al Rigamonti al 97esimo firmando il 2-3 finale e segnando pure l’esonero di chi aveva sostituito Maran, cioè Pierpaolo Bisoli, richiamato così sulla panchina.
Altro 2-3 che brucia ancora è quello subito a Mompiano con il Cosenza con il brasiliano Charlys a sparare il destro al volo alle spalle di Lezzerini al 95esimo per una sconfitta pesante da digerire. Sull’ultimo gol preso al 95esimo la memoria è ancora fresca, visto che è costato la sconfitta nello scontro diretto con il Mantova di Possanzini quattro giorni fa: a firmarlo Radaelli, dopo un’azione nata da un fallo laterale e una palla messa bassa dal fondo area che il biancorosso ha spedito nel sacco.
L’unico pallone ininfluente che Lezzerini ha dovuto raccogliere alle sue spalle nei minuti di recupero è stato quello scagliato da Pierini al 93esimo nel 2-5 del Sassuolo al Rigamonti. Quattro punti persi, dicevamo, ai quelli vanno sommati i 6 lasciati per strada per colpa degli altri 8 gol subìti nell’ultimo quarto d’ora di gioco.
Quello (contestatissimo) dell’ex Tramoni a Pisa al 78’ ha fissato il 2-1 dei toscani di Inzaghi con il Brescia che pareva poter portare a casa almeno il punticino che Moncini aveva firmato per l’1-1. Per poi passare al tap-in pesante di Debenedetti del Mantova che al Martelli, all’82esimo, ha riagguantato il vantaggio di Borrelli così come la stoccata di Bozhanaj all’88esimo al Rigamonti ha portato il Modena sul 3-3 per un totale di 4 punti scivolati come sabbia dalle mani.
Il prezzo
L’ultimo punto perso per strada nel finale è stato firmato da Pohjanpalo dagli undici metri al Barbera nell’1-0 del Palermo. In quattro casi, con la Reggiana (Portanova all'86esimo), con il Südtirol (Odogwu all’85esimo), con la Cremonese (Buonaiuto all'86esimo) e con il Sassuolo (Iannoni all'86esimo) i gol incassati non hanno modificato lo status quo dei vari match, risultando di fatto ininfluenti sul risultato finale. Tradotto: dieci punti lasciati dal 76esimo in poi che pesano come macigni sulla situazione attuale delle rondinelle.
Situazioni che, soprattutto quelle riguardanti i gol presi in pieno recupero, che non possono essere riferiti solo a sfortuna, ma anzi a disattenzioni colpose e pagate a caro, carissimo prezzo. Un «tredici» del quale non andare fieri e che incide tantissimo sulla condizione di classifica del Brescia che dimostra di non avere il sangue abbastanza freddo nei finali.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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