FeralpiSalò-Brescia: un derby senza «smancerie», ma con rispetto
Cielo grigio, pioggia a catinelle: meteo che sarebbe più adatto per una pennichella prolungata che non per assistere a una partita di calcio. Ma al cuor non si comanda, al derby («non è un derby perché non ha storia» portano avanti la loro battaglia i «puristi», «è un derby eccome» fanno eco i «territorialisti») men che meno e infatti i 4.500 o poco più che s’erano attrezzati per tempo col biglietto pur sapendo (maltempo annunciato, al pari delle sofferenze data la classifica) che si sarebbero dovuti dotare di spolverini e sciarpette anti intemperie, non hanno arretrato: tutti presenti.
E, al di là di un risultato che non fa affatto tutti contenti, nessun pentito di aver speso a Piacenza, il pomeriggio di festa. E pure il triste «Garilli» - con sottofondo musicale offerto da una banda di ottoni in concerto live in tribuna nel pre partita e durante l’intervallo - pareva un po’ meno triste del solito. Animato, scontatamente, dagli «abitanti» del settore ospite: i 2.100 di fede biancazzurra che - loro sì - la pioggia se la sono presa tutta.
E la «Vecchia Guardia» gardesana? Presente e compatta, arroccata nel settore distinti decisa - nonostante l’imparità numerica - a difendere il proprio orgoglio. Rispetto all’andata, nessuna particolare manifestazione d’affetto: che tanto il confronto sul campo non era più una novità, che tanto quello che bisognava dirsi era già stato detto, che tanto si sa che non c’è astio reciproco e che ognuno, semplicemente, pensa alle sorti sul campo della propria squadra. Insomma: senza smancerie - troppo importante la posta in palio - ma con rispetto. È stata solo la seconda volta, potrebbe anche essere stata l’ultima: comunque andrà, intanto, tra andata e ritorno sono state due partite da ricordare e c’è stato un pezzo di storia da raccontare.
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