Fagioli, Tonali e Zaniolo, differenze tra scommesse illegali e «match fixing»: cosa rischiano
Un nuovo polverone ha investito il calcio italiano. Dopo lo juventino Nicolò Fagioli, che come confermato dai suoi legali ha scelto di autodenunciarsi, anche Sandro Tonali (centrocampista cresciuto nel settore giovanile del Brescia) e l’ex Roma Nicolò Zaniolo sono finiti nel mirino della Procura di Torino.
Giustizia ordinaria: rischi contenuti
I tre sono accusati di esercizio abusivo di gioco d’azzardo e scommesse. Fattispecie che fa riferimento a chi scommette attraverso piattaforme illegali e che prevede «l'arresto da tre mesi ad un anno e con l'ammenda non inferiore a euro 206» come recita l'articolo 718 del Codice penale. Sul piano della giustizia ordinaria, di fatto, le conseguenze sarebbero minime.
Giustizia sportiva: le possibili conseguenze
Ben più gravi sarebbero gli effetti sulla carriera dei protagonisti di questa vicenda in virtù di quello che stabilisce la giustizia sportiva. In nessun caso, infatti, ad un calciatore professionista è consentito effettuare scommesse sul proprio sport. Intanto va fatto un distinguo importante: Fagioli, Tonali e Zaniolo sono accusati di aver scommesso sul calcio, ma non direttamente sulle rispettive squadre di appartenenza. Il che va ovviamente acclarato: Zaniolo, ad esempio, ha comunicato agli inquirenti di aver giocato a blackjack su una piattaforma di cui ignorava la natura illegale, senza aver scommesso su incontri calcistici. Se così fosse, non ci sarebbero elementi di rilievo sul fronte della giustizia sportiva.
Escluso il «match fixing»
Non siamo nell’ambito del «match fixing», o «combine», per cui sono previste le sanzioni più pesanti (squalifica minima di quattro anni): non c’è prova (almeno per il momento) di puntate su gare nelle quali erano direttamente coinvolti. Allo stato dell’arte, comunque, i tre calciatori rischiano uno stop di almeno tre anni.
Possibile lungo stop
Fagioli, al contrario, si è autodenunciato e ha ammesso di aver effettuato scommesse sul calcio. Il centrocampista della Juventus dovrebbe patteggiare prima del deferimento, ottenendo così un dimezzamento della pena. Resta da capire quale linea decideranno di seguire gli altri due: anche patteggiare tra il deferimento e la prima udienza garantirebbe una riduzione della squalifica (di un terzo, in questo caso). Lo spettro di una lunga assenza dai campi, per entrambi (oltre che per Fagioli, chiaramente), è concreto. E l’eventuale squalifica verrebbe recepita, oltre che dalla Figc, anche da Fifa e Uefa. Tradotto: lo stop varrebbe in tutti i campionati, e non solo in quello italiano.
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